mercoledì 20 febbraio 2019

Jane Austen: Emma / 1




Emma Woodhouse, attraente, intelligente e ricca, casa accogliente e buon carattere, sembrava riunire in sé alcune delle benedizioni che la vita può offrire; era al mondo da quasi ventun anni e ben poco l’aveva ferita e turbata.
Era la minore delle due figlie di un padre affettuosissimo e indulgente e, grazie al matrimonio della sorella, si era ritrovata padrona di casa a un’età decisamente precoce. Sua madre era morta da molto tempo, sicché non ne serbava più che un confuso ricordo di carezze, e il suo posto era stato preso da una governante, donna eccellente, che si era dimostrata nell’affetto vicinissima a una vera mamma.
Sedici anni era stata la signorina Taylor presso la famiglia Woodhouse, più come amica che come governante, affezionatissima a tutte e due le ragazze, ma a Emma in modo particolare. Fra loro si era creata l’intimità di due sorelle. Anche prima di interrompere il nominale impiego di governante, la dolcezza del suo temperamento aveva reso impossibile alla Taylor qualsiasi rigida imposizione; e quando persino quel briciolo d’autorità era diventata acqua passata, le due donne avevano finito col vivere una accanto all’altra, da amiche, scambiandosi un reciproco grande affetto, con Emma che poteva fare tutto ciò che voleva.
Teneva in gran conto il parere della sua governante, ma decideva sostanzialmente di testa sua.
Gli aspetti negativi della situazione di Emma, a dire la verità, stavano esattamente in quel fare troppo il comodo suo e nella tendenza a pensare un po’ troppo bene di se stessa: erano questi gli svantaggi che rischiavano di guastare le sue tante fortune. Non costituivano però per il momento un pericolo irriconoscibile, e dunque non sembravano minacciarla minimamente.

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