da: https://www.lettera43.it/ - di Paolo Madron
I 400 COLPI. Se l'influencer accusata di truffa ha tutti i mezzi per difendersi, la titolare di un'anonima pizzeria del Lodigiano si è trovata a dover gestire da sola il contraccolpo di un post montato ad arte per incrementare gli affari. Una vergogna alla quale probabilmente non ha retto. Un po’ di attenzione quando si prende di mira qualcuno, magari soppesando bene la caratura dei bersagli, non guasterebbe.
Conflitti di classe sui social. Chiara Ferragni, il cui impero rischia di sgretolarsi sotto le accuse di falsa beneficenza, sa come difendersi. Soprattutto ha i mezzi per farlo. Può assoldare una task force con i migliori avvocati e comunicatori, e anche un manager di peso che la aiuti a mettere ordine tra le sue attività cresciute forse troppo in fretta. Invece Giovanna Pedretti, titolare di una anonima pizzeria a Sant’Angelo Lodigiano, si è trovata da sola a gestire il contraccolpo di un gesto montato ad arte per attirare sul suo locale l’attenzione e il plauso dei buoni. Si è finta un cliente che recensendo la serata si era detto infastidito per avere cenato con dei gay e dei disabili vicini di tavolo. Presunto escamotage per consentirle di rispondere che per lei l’inclusività è sempre stata vanto e prerogativa. Presto sgamata da giornali e social, Pedretti si è tolta la vita, probabilmente incapace di reggere alla vergogna procuratale dalla sua improvvida e per certi aspetti ingenua iniziativa.
Che ricorda i casi, tanti riguardano personaggi conosciuti, di chi dimenticandosi di cambiare profilo mette il fatidico mi piace ai propri post. Insomma, se la cantano e se la suonano. Un po’ come forse aveva pensato di fare la sventurata ristoratrice, con il cinismo di chi non si senza accorge di manipolare argomenti delicati.L’ultima crociata di Lucarelli e compagno si è trasformata in uno scontro politico
Siccome nella storia ci sono di mezzo Selvaggia Lucarelli e il suo compagno blogger di cucina Lorenzo Biagiarelli, che ultimamente si sono intestati spesso con successo (vedi il caso Ferragni) crociate per smascherare bugie e raggiri, la cosa si è subito trasformata in uno scontro politico con la destra che rimprovera alla giornalista il suo moralismo un tanto al chilo nelle cui dinamiche finiscono stritolati anche i poveri cristi. Di qui a evocare l’ombra dell’istigazione al suicidio il passo è breve, soprattutto per chi non vede l’ora di cogliere Lucarelli in fallo.
Il
retropensiero è inquietante, perché si vuole avvalorare un
legame di causa-effetto, accusa tanto grave quanto infondata, tra il raggiro
della donna e il suo gesto estremo. Che, nella sua drammaticità,
inevitabilmente interroga su quella sorta di regime giustizialista che ha
trasformato la Rete in un tribunale del popolo la cui sentenza finisce per
risultare inappellabile. Il risultato è che fortunatamente non tutti quelli che
vengono presi di mira e smascherati non reggono all’onta e si suicidano. Ma
qualcuno, come dimostra la vicenda di Pedretti, magari psicologicamente già
molto provata da vicende personali di altra natura, lo fa. Un po’ di
attenzione quando si prende di mira qualcuno, magari soppesando bene la
caratura dei bersagli, non guasterebbe. Infilarsi col coltello tra i denti
nelle vite degli altri, anche quando incappano in un episodio poco
commendevole, è un esercizio dalle imprevedibili conseguenze.
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