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lunedì 2 luglio 2018
Verità e giustizia, l’uccisione del giudice Borsellino: ‘ tra i più grandi depistaggi della storia italiania’
Borsellino,
‘tra i più grandi depistaggi della storia’. Dietro falsi pentiti (e agenda
rossa) gli apparati che lo temevano
Le
motivazioni della sentenza Borsellino quater che 14 mesi fa chiuse l’ultimo
processo sulla strage di via d’Amelio attestano nero su bianco "un
proposito criminoso degli investigatori, che esercitarono in modo distorto i
loro poteri". L'ex questore La Barbera accusato anche della sparizione del
diario di Borsellino. La procura di Caltanissetta chiede il rinvio a giudizio
per tre poliziotti
“È uno dei più gravi depistaggi della
storia giudiziaria italiana”. I giudici della corte d’assise di Caltanissetta ieri
hanno depositato le motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater
sulla strage che il 19 luglio 1992 uccise il procuratore aggiunto e i
poliziotti della scorta: 1.856 pagine, 12 capitoli. La corte che 14 mesi fa concluse l’ultimo processo sulla
strage di via d’Amelio non fa sconti. L’atto è una pietra
essenziale del lungo e faticoso lavoro di ricostruzione della verità, nella
quale si fissa nero su bianco la stagione dei misteri e dei depistaggi senza
fine che puntano al cuore dello Stato. Di fatto i giudici imputano il
depistaggio agli investigatori dell’epoca e parlano espressamente di “disegno
criminoso”. Il movente dunque sarebbe proprio da cercare nel quadro di una
convergenza di interessi tra Cosa nostra e altri centri di potere che
percepivano come un pericolo l’opera del magistrato.
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