Ho pensato: vado sul sito del Fatto
Quotidiano. Ci sarà un articolo di Scanzi sul Movimento 5 Stelle. Colui che
confonde l’ignoranza con l’inesperienza e scrive articoli su articoli facendo “richiami
amorevoli” ai Cinquestelle perché correggano gli errori (?).
Vuoi che non trovi un articolo sulle ultime
giornate di deputati e senatori del M5S di Grillo.
Ovviamente, c’è. E’ un “richiamo accorato”.
Un articolo affinchè i “bravi ragazzi” dei Cinquestelle smettano di fare i
birichini. Perché di questo si tratta per Scanzi: di “frasi sbagliate e belinate”. E il post di Grillo è semplicemente
un “autogol”.
Un articolo tra i migliori che abbia letto.
Nel genere patetico.
da: il Fatto Quotidiano
Nella sua intervista a Daria
Bignardi, a un certo punto il deputato Alessandro Di Battista ha detto:
“Camminiamo su un cornicione, non possiamo sbagliare e quando lo facciamo
dobbiamo chiedere scusa”. E’ un punto centrale: il
M5S non
può fare errori, perché gli altri (i “nemici”, cioè quasi tutti) non
aspettano altro e perché ogni errore mina la fiducia di quei milioni
di italiani che continuano a ripetere che quel movimento è l’unico anticorpo
contro il potere. Una fiducia di cui dovete avere un rispetto sacrale.
Per questo:
1) Cari M5S, non potete dire “boia” o
“boia chi molla“. Mai,
mai e poi mai. Capisco la rabbia che porta il sangue agli occhi e induce a
straparlare, ma queste frasi sono tremende ed evocano ricordi oltremodo foschi.
Sono frasi imperdonabili, ancor più se dette da deputati solitamente bravi come
Angelo Tofalo. E non venite a dirmi che in origine “Boia chi molla” non era uno
slogan fascista:adesso è a quello, al fascismo, che fa pensare. Ed è un assist
gigantesco per chi vuole – ora comicamente e ora in malafede – tratteggiarvi
come nuovi Farinacci. Come no: Crimi camicia nera, Fucksia (un’altra che non ne
indovina mezza neanche per disgrazia) balilla e tutti insieme eia eia elalà.
Bugie totali. Ma c’è chi ci crede. Perché ci vuole credere.
2) Cari M5S, non potete regalare l’alibi
multiuso e multitasking del “sessismo” quando combattete una battaglia
nobilissima come quella su Imu-Bankitalia (vi hanno dato ragione perfino
Dragoni e Barisoni, certo competenti e certo non
“grillini”). Le allusioni grevi ai “pompini” sono
schifose, costituiscono un harakiri imbarazzante e regalano agli eterni soloni
la giustificazione per scrivere lenzuolate di quasi-femminismo in cui
“loro” sono democratici e gli altri poco meno che stupratori. Ovviamente quella
stessa gente, di fronte allo schiaffone di Dambruoso alla 5
Stelle Lupo, minimizza o magari solidarizza (con Dambruoso). Due
pesi e due misure, ma in Italia funziona così. E le parole di De
Rosa sono indifendibili e irricevibili.
3) Cari M5S, non potete mandare in tivù uno
come Becchi per difendervi. E’ come chiedere a Mike Tyson di andare in tivù per
difendere la salute dei lobi. Di fronte a Becchi, parrebbe credibile persino
Boccia. Di fronte a Becchi, ha ragione perfino la Moretti. Becchi è espressione
sin troppo nitida del “grillino” caricaturale e sopra le righe, che ha torto
anche quando ha ragione e che serve alla tivù per screditare il M5S. Nessuno al
mondo, ascoltando Becchi, avverte poi la voglia di votare M5S (ed è
per quello che va in tivù). Avete ragazze e ragazzi che sanno usare il piccolo
schermo (ci siete arrivati anche voi, alla fine, dopo mesi di autismo mediatico
e “noi nei talkshow non andiamo“). Errore dozzinale. Voi in tivù dovete andare:
lo dovete a chi vi ha votato e vi vuole conoscere. E vuole che qualcuno difenda
le loro idee. Mandateci le Sarti e i Morra, i Di Maio e le Lezzi, i Di
Battista e le Taverna. Becchi, al massimo, speditelo nel remake del Drive
In al posto di Beruschi. Checché ne dicano Beppe Grillo e Yoko Casaleggio,
la tivù è ancora (sin troppo) decisiva nel veicolare notizie e consensi. O la
si sa usare, o si sta a casa a coltivare i nidi di rondine tra le pieghe della
barba da quasi-filosofo.
4) Caro Grillo, post come quello su “cosa faresti se
la Boldrini fosse con te in auto”, sono autogol che
neanche Niccolai. Servono esattamente per poi poter sostenere castronerie vili
tipo che i grillini sono tutti stupratori e insultatori (come se in rete i
renziani o i berlusconiani fossero tutti dispensatori di versi petrarcheschi).
Quegli autogol servono a dire che, chi critica la Boldrini, lo fa perché è
sessista (yeowwwn). Non ci vuole uno scienziato per arrivarci. Grillo ha fatto
e farà molto per il Movimento. Il giorno in cui capirà che è molto più
convincente quando argomenta che non quando scherza senza avere ispirazione,
sarà sempre troppo tardi.
5) Cari M5S, Daria Bignardi ha tutto
il diritto di fare domande critiche a un deputato che non condivide e mai
voterebbe. E’ una giornalista, sa fare il suo lavoro, ha simpatie renziane
dichiarate e a casa sua può chiedere tanto del padre di Di Battista quanto del
suo passato da chierichetto. Non vi piace? Non la guardate. La Bignardi ha
dato trenta minuti a Di Battista, che peraltro sa cavarsela benissimo senza che
un attimo dopo mezzo web gridi alla lesa maestà. Non tutti la pensano come voi
e, anzi, in tivù il 95% è sfacciatamente renziano. Funziona così.
6) Cari M5S, Corrado Augias ha tutto il diritto
di critcare duramente i 5 Stelle. E’ un intellettuale, ha le
sue idee e le argomenta. La Bignardi ha fatto bene a chiedergli cosa ne
pensasse (ben sapendo cosa ne pensava) e Augias ha detto la sua tanto a Le
invasioni barbariche quanto suRepubblica. Fate bene a criticarlo, non a
insultarlo o minacciarlo (glisso su chi ne ha bruciato i libri: non so se è
realmente grillino o magari infiltrato, ma di sicuro è assai prossimo
all’idiozia più vomitevole). Io non condivido nulla di quello che ha
detto e scritto Augias sui 5 Stelle, e credo anche che Augias – come molti
intellettuali engagé vecchia scuola vicini al Pd – parli di cose che
conosce pochissimo e per sentito dire. Ma io, di uno come Augias, avrò sempre rispetto
profondo. E’ uno di quelli con cui è bello confrontarsi e scontrarsi, proprio
come l’amico Vauro (che avete insultato in maniera troppo spesso belluina). Non
confondete gli Augias con i pigibattista: sarebbe come confondere un
Barolo con una gazzosa scipita.
Gli ultimi giorni, per la politica
italiana, sono stati tremendi. E’ avvilente l’arroganza del potere. E’
deprimente la pochezza degli Speranza. E’ esilarante la labilità di Matteo
Peppo Pig: in quell’incontro che vi siete ottusamente rifiutati di fare al
Nazareno, un Nicola Morra se lo sarebbe messo in tasca con facilità siderale.
Lo avrebbe demolito, ridicolizzandolo con agio. Renzi è solo chiacchiere e
distintivo, vende fumo e neanche del migliore. Basta crivellarlo con due frasi
di senso compiuto e già non sa più come controbattere. Avete buttato via un
match point a campo aperto: errore infinito. A volte, strategicamente,
siete di un bischero che ne basterebbe la metà.
E’ sconfortante vedere come quasi tutti i
media usino il napalm coi 5 Stelle e le carezze con chi usa le “tagliole” e
ammazza la democrazia parlamentare (non lo dico io: lo diceva il Pd cinque anni fa, per
bocca di Alessandro Soro, quando il Parlamento discuteva
quello scudo fiscale che poi passò grazie – ooops – alle assenze decisive dei
piddini).
I 5 Stelle stanno combattendo, pressoché
isolati, battaglie preziose (quella sull’articolo 138 della Costituzione non se
la ricorda già più nessuno?). Costituiscono l’unica opposizione reale
e per questo verranno osteggiati in ogni modo. Ribadisco: in ogni modo. E’
proprio per questo che non devono sbagliare nulla, ma proprio nulla. Che senso
ha vanificare mesi e mesi di (spesso) ottimo lavoro con frasi
sbagliate e belinate da asilo?
Avete la fiducia di milioni di italiani, a
cui ormai non siete rimasti che voi. Fate tesoro di questa fiducia, continuate
la vostra crescita e non disinnescatevi da soli, regalando assist d’oro a
chi – pur di mantenere lo status quo – non aspetta altro che farvi passare per
fascisti, violenti, dementi, sovversivi e magari prima o poi pure stragisti.
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