lunedì 12 giugno 2023

Paolo Madron: Silvio Berlusconi morto, la trasformazione di un Paese e una mesta uscita di scena

 


da: https://www.tag43.it/

Con la morte di Berlusconi se ne va l’uomo che ha stravolto di più la politica, l’economia e l’immaginario collettivo dell’Italia, che a lui deve una mutazione antropologica. Lascia un impero mediatico pieno di dubbi e un partito che sparirà con lui. Maestro dei folgoranti inizi, poteva ritirarsi e restare padre nobile della destra. Ma ha cercato il mito dell’eterna giovinezza.

Silvio Berlusconi non c’è più. E la notizia della morte, per altro anticipata dal continuo aggravamento delle sue condizioni di salute, è qualcosa cui si stenta a credere. Perché il Cavaliere aveva costruito una buona parte della sua narrazione sulla compiaciuta mitologia del suo essere immortale, perché comunque la si giudichi la sua figura ha condizionato gli ultimi cinquant’anni della vita pubblica. Prima come imprenditore rampante, poi come politico. Infine dal 1994, anno della sua discesa in campo, come politico-imprenditore.

Berlusconi è stato ispiratore, vittima, innovatore, narciso

Molto su di lui è già stato scritto, molto detto, e ancora se ne scriverà negli anni a venire. Perché la biografia di Silvio ha le prerogative dell’interminabilità. Perché l’uomo ha inciso non solo sull’economia e poi sulla politica, ma pure sull’immaginario collettivo di un Paese che a lui deve una mutazione antropologica. Dal quartiere modello di Milano due al partito azienda, nulla della vita pubblica di questo Paese è rimasto immune dalla sua impronta. Giocata con grandissima abilità su più registri: ispiratore, vittima, custode come nessuno mai del suo personale tornaconto, innovatore, narciso fino a rasentare la parodia di se stesso.

mercoledì 7 giugno 2023

Il Btp Valore. Arriva il nuovo titolo del Tesoro, solo che non è nuovo (e nemmeno patriottico)

 


da: Il Fatto Quotidiano – di Beppe Scienza Twitter @beppescienza

Dal 5 giugno 2023 inizia il collocamento del Btp Valore 2023-27, un buono poliennale del Tesoro che da settimane viene presentato come una grande occasione e come una novità, spesso con toni patriottardi. Discorsi stucchevoli, perché in realtà non ha nulla di innovativo. Ancor meno qualcosa di patriottico, visto che uno straniero può benissimo sottoscriverlo senza dover fare professione di italianità.

La sua struttura non è nuova. Già coi Btp Futura il Tesoro sperimentò la formula dei tassi d’interesse fissi ma crescenti, con esiti infelici per i risparmiatori. Le quattro emissioni, sottoscritte a 100 euro, valgono ormai solo dagli 86 ai 69 euro. Il Fatto Quotidiano aveva subito messo in guardia dai rischi che si correvano. Ora la durata è più breve, ma comunque è pochissimo rilevante l’incremento del tasso annuo delle cedole: 3,25% per i primi due anni e 4% per terzo e quarto, sempre lordi.

Il mercato valuterà questo titolo grosso modo come un normale Btp al 3,625% costante per quattro anni. I tassi crescenti sono una caratteristica più significativa quando, come per i buoni fruttiferi postali, sono abbinati al diritto al rimborso al prezzo di sottoscrizione. Di regola i Btp non concedono ai risparmiatori tale diritto, tecnicamente denominato put option.

Osip Ėmil’evič Mandel’štam: Mi lavavo all’aperto che era notte

 


Mi lavavo all’aperto ch’era notte;

di grezze stelle ardeva il firmamento.

Il loro raggio è sale a fior d’ascia; la botte

colma, orli rasi, ghiaccia e si rapprende.

La porta del cortile è ben sprangata;

dura è la terra, secondo coscienza.

Rintraccerai a stento piú puro ordito della

verità d’una tela di bucato.

Massimo Fini: Le tasse sono “pizzo di Stato”, allora chiamate la Wagner

 


da: Il Fatto Quotidiano

“Le tasse sono un pizzo di Stato”. Questa affermazione se fatta da un comune cittadino integra il reato di vilipendio della Repubblica, delle Istituzioni e delle Forze armate, delle Assemblee legislative, del governo, della Corte costituzionale, dell’Ordine giudiziario (art. 290 c.p). Questo vilipendio si porta dietro a cascata il vilipendio alla Nazione e alla bandiera. Tutti reati, per altro di derivazione fascista, da cui fu sommerso, a suo tempo, Umberto Bossi.

Ma qui non siamo in presenza di un comune cittadino, ma della premier Giorgia Meloni che rappresenta la più alta carica dello Stato dopo quella del presidente della Repubblica (nella fattispecie il traballante Mattarella, un ottantenne che sembra un Joe Biden italiano con idee ancor più confuse perché di recente, equivocando sulla Dichiarazione di indipendenza americana del 1776, ha anfanato di un inesistente “diritto alla felicità”). Meloni quindi non solo vilipende se stessa, ma si delegittima con le sue proprie mani (ma sarebbe meglio dire bocca). Quindi se quello che dice Meloni è vero, e non c’è motivo di dubitarne, noi viviamo in uno Stato criminale e mafioso. Mi spingerei a dire che Meloni vilipende anche la mafia, che è un’organizzazione seria e che per lo meno non si maschera dietro lo Stato di diritto.

Diodato: Occhiali dal sole

 

giovedì 1 giugno 2023

Il vero Pizzo di Stato è il sostituto di imposta per dipendenti e pensionati

 


Ha detto bene Bersani a ‘Otto e mezzo’.

“Meloni dice che le tasse sono ‘pizzo di stato’? Allora togliamo il sostituto di imposta per i lavoratori dipendenti.

Non è possibile un’affermazione del genere. Io credo che si siano sentiti insultati tutti quelli che il pizzo sono obbligati a pagarlo."

Chiamarlo insulto è persino un eufemismo. Quindi. Sai che ti dico Giorgia. Userò anch’io un eufemismo: vaffanculo.

Verrà il momento in cui lo prenderai in quel posto lì. Come molti di quelli che ti hanno preceduto.

Bocconiani in guerra: il duo Boeri-Perotti attacca Giavazzi sul Pnrr

 


Al confronto con i bocconiani i Medici e i Pazzi erano pervasi da infinito e duraturo amore…


da: https://www.tag43.it/ - di Andrea Muratore 

 

 

Poche categorie sono più litigiose dei giornalisti, ma una non teme in questo senso rivali: quella degli economisti. Da diverse settimane su Corriere della Sera e Repubblica sta andando in scena un vero e proprio braccio di ferro tra alcuni dei più noti cattedratici del Paese appartenenti, è questo il punto, allo stesso ateneo: la Bocconi.

Pnrr e asili nido, Boeri e Perotti contro Giavazzi

All’Università Bocconi di Milano sono tre i duellanti: da un lato, Francesco Giavazzi, già editorialista del Corsera, docente in America, il liberista è stato super-consulente e stratega delle nomine dell’ex premier Mario Draghi. Dall’altro, Tito Boeri e Roberto Perotti. Studiosi di macroeconomia e politiche pubbliche, sono da tempo firme di Repubblica per la quale curano una rubrica settimanale d’economia e finanza. L’oggetto del contendere è il Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, su cui da tempo i due bocconiani hanno iniziato a cannoneggiare mettendo in dubbio le capacità di chi il Pnrr lo ha scritto. Cioè lo staff economico di Draghi, ergo Giavazzi.

Quest’ultimo, dalle colonne del Corriere della Sera, ha più volte difeso la scelta di Giorgia Meloni di spendere fino all’ultimo euro del Pnrr. In continuità con il caveat di Mario Draghi sul tema. «L’Italia ha voluto prendere troppi soldi, e ora non sa come spenderli efficacemente»,

Il sistema bancario italiano: Le mire espansionistiche di Fabrizio Palenzona

 

Chi ha rifiutato di prendersi Mps non ha fatto una bella fine. In senso manageriale. Cioè quello che si credeva un numero uno e non lo è mai stato: Victor Massiah. Ergo: BPM farebbe bene a prendere Mps…altrimenti…se non finirà in pancia a Unicredit finirà in quella francese. Il Credit Agricole.  

 

Le mire espansionistiche di Fabrizio Palenzona nel risiko bancario

da: https://www.tag43.it/ - di Sebastiano Venier  

 


Una marcia quasi inarrestabile. Dove vuol arrivare Fabrizio Palenzona? Il neopresidente della Fondazione Crt sarà alla guida anche della Consulta delle Fondazioni di origine bancaria del Piemonte e della Liguria. L’elezione è avvenuta nei giorni scorsi all’unanimità dall’assemblea dei soci che riunisce: la Fondazione Compagnia di San Paolo, le Fondazioni Cr Torino, Cuneo, Alessandria, Asti, Biella, Fossano, Saluzzo, Savigliano, Tortona, Vercelli per il Piemonte; le Fondazioni Carige, Carispezia e Agostino De Mari-Savona per la Liguria. «Uniamo le forze, perché abbiamo tutti lo stesso obiettivo e lo stesso dovere di offrire il miglior servizio ai territori, valorizzando le risorse che derivano dalla fatica, dal lavoro e dai risparmi delle comunità che ci hanno preceduto», ha detto il presidente Palenzona, ringraziando i colleghi presidenti delle Fondazioni piemontesi e liguri. «Un tema che ci unisce», ha proseguito Palenzona, «è certamente il disagio giovanile, la povertà educativa e di prospettiva di molti bambini e ragazzi in età scolastica e delle loro famiglie: abbiamo l’esigenza di dare risposte immediate alle disuguaglianze per riattivare l’ascensore sociale e offrire opportunità a chi non ne ha». Parole sagge.

Il camionista di Tortona sta esercitando tutta la sua influenza