da: http://www.glistatigenerali.com/ - di
Michele Fusco
No, non siamo noi vecchi ad avere chiuso le
porte d’Europa ai giovani che spingono. Non siamo noi i
nemici, gli avversari, gli egoisti che pensano solo a quel che resta da vivere
e degli altri chissenefrega. Questa rappresentazione della Brexit non è più
neanche sotterranea, non viene diffusa dal solito disordinato circuito social,
ma da solidi analisti che scelgono la via più conflittuale e demogogica:
mettere gli uni contro gli altri, consegnarci a una lotta tra padri e figli che
nessuno ha mai voluto nè cercato. Immaginare che attraverso i numeri di questa
consultazione referendaria si potrà configurare un conflitto sociale di portata
planetaria non solo è irresponsabile, ma soprattutto altra cosa dalla realtà.
Nessun britannico, dei moltissimi vecchi che lo hanno fatto, ha votato “Leave”
pensando così di assestare una pedata ai giovani che in questa Europa volevano
restare. Nessuno lo ha fatto perché ogni vecchio sa perfettamente in quale
casella sta vivendo, sa se è ancora in gioco, sa se sta per essere messo ai
margini, sa perfettamente se è stato espulso dal circuito produttivo. Di tutte
queste posizioni il vecchio può trarre la morale che desidera, può anche fare
pensieri distruttivi, per carità, ma non potrà mai modificare il suo destino.
Quando si ha piena consapevolezza di sè, quando una categoria ha piena
consapevolezza di sè e magari va al voto, di qualunque