martedì 23 novembre 2021

Opa su Tim: Consob sta a guardare (mentre il titolo vola in Borsa)...



da: https://www.tag43.it/ - di Paolo Madron

Con sob gulp

A fronte della più posticcia e maldestra Opa che da tempo si ricordi, quella di Kkr su Tim, l’Autorità di Borsa resta silente e immobile come una lucertola al sole.

A cosa serve un’autorità di controllo del mercato se poi quando deve esercitare quel controllo la suddetta autorità non batte colpo? Forse serve a giustificare se stessa, il suo presidente, i commissari, le seicento persone che ci lavorano. Insomma, tutto un apparato che è funzionale alla sua autoreferenzialità. Altrimenti non si spiega come di fronte alla più maldestra e posticcia opa che da tempo a questa parte si ricordi, ovvero quella di Kkr su Tim, la Consob sia rimasta più ferma di una lucertola al sole.

Più che un’Opa la manifestazione di una possibile intenzione

Opa per la verità è una parola grossa, e impropria. La lettera inviata dal fondo americano ai vertici dell’ex monopolista dei telefoni infatti non è un’Opa ma un’intenzione. Lo dice esplicitamente il comunicato stampa che ha fatto seguito al movimentato consiglio d’amministrazione di domenica 21 novembre. Il cda «ha preso atto dell’intenzione di Kkr, allo stato non vincolante e indicativa, di effettuare una possibile operazione sulle azioni Tim attraverso un’offerta di acquisto etc, etc». Sulla differenza tra

intenzione e azione la fenomenologia di Husserl nonché molta della moderna psicologia ha speso importanti pagine. Nella teoria dell’azione, ad esempio, si distinguono i processi di pianificazione di uno scopo da quelli implicati nell’esecuzione delle azioni che permettono il raggiungimento del suddetto scopo. Tradotto nel linguaggio della casalinga di Voghera, significa che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare.

Kkr si prende quattro settimane e pone tutta una pletora di condizioni

Un mare talmente periglioso che a Kkr l’intenzione dev’essere apparsa qualcosa di ancora troppo definitivo, se il fondo si è affrettato a rafforzarne la vaghezza definendola “intenzione di una possibile operazione”. Che detta così è una tautologia, visto che la parola intenzione sussume il concetto di possibilità. Si potrebbe dire che l’intenzione è il regno delle possibilità che potrebbero o meno realizzarsi in un atto di realtà. “Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”, la riassumerebbe così il marmista di Velletri. Peccato però che di solito nell’annuncio di un’offerta pubblica intenzione e azione coincidano. L’Opa è qualcosa che si elabora (possibilmente senza che qualcuno tranne chi la lancia ne venga al corrente) e che diventa decisiva nel momento in cui viene resa pubblica. Ben s’intende a condizioni stabilite com’è, nel caso di Kkr, il raggiungimento della maggioranza assoluta del capitale.

La Consob non si muove e in borsa il titolo fa più 30 per cento

Ma anche qui, il 51 per cento non bastava agli americani che hanno sgranato altre clausole. Il gradimento degli amministratori di Tim, il supporto del suo management, il gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti, una due diligence di quattro settimane. Mancava: presenza di almeno 5 membri del cda vegetariani, almeno sei nati in giorni dispari, e nel governo che ha la golden power di due ministri il cui cognome inizi con la zeta o con la kappa. Amorale della favola. L’annuncio della possibile intenzione o dell’intenzione possibile arriva di domenica sera, con tanto di prezzo – anch’esso, ci mancherebbe, non vincolante e meramente indicativo – di 0,505 euro per azione. All’indomani apre la Borsa e quando si dice la combinazione il titolo Tim fa più 30 per cento. Immaginiamo che a quel punto qualcuno in Consob se ne accorga e faccia subito trapelare che l’autorità sta monitorando con attenzione al fine di evitare soprusi e mani ribalde. La casalinga e il marmista direbbero a questo punto che i buoi sono già scappati, ed è inutile chiudere il recinto. Che andava chiuso subito, sospendendo il titolo e pretendendo da Kkr informazioni e non intenzioni. Il problema purtroppo è nella scelta del giorno. Gli americani recapitano la loro possibile intenzione di domenica, il cda di Tim la rende nota in serata, il Corriere della sera già dalla mattina. Ma domenica e sempre domenica, e anche in Consob si santificano le feste.

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