martedì 30 novembre 2021

Il Nordafrica è la nuova frontiera dell'idrogeno verde

 


da: https://www.internazionale.it/ - di Hamza Hamouchene, Al Jazeera, Qatar

Da tempo si parla del potenziale del deserto nordafricano del Sahara di generare enormi quantità di energia rinnovabile grazie al suo clima arido e alle vaste distese di terra. Per anni gli europei, in particolare, l’hanno considerato una possibile fonte di energia solare che avrebbe potuto soddisfare una fetta considerevole del fabbisogno energetico europeo.

Nel 2009 un incontro di aziende e istituzioni finanziarie europee aveva lanciato il progetto Desertec, ambiziosa iniziativa per fornire all’Europa l’energia ricavata dagli impianti eolici nel Sahara, basata sull’idea che una minuscola superficie di deserto avrebbe potuto fornire il 15 per cento dell’elettricità di cui ha bisogno l’Europa grazie a cavi ad alta tensione per la trasmissione diretta della corrente.

Alla fine l’iniziativa Desertec si è arenata per le critiche sui suoi costi astronomici e le sue connotazioni neocoloniali. Dopo un tentativo di riportarla in vita come Desertec 2.0, con una maggiore attenzione al mercato locale delle energie rinnovabili, il progetto è stato ripreso come Desertec 3.0, con l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno europeo di idrogeno, un’alternativa energetica “pulita” ai combustibili fossili.

I timori del saccheggio

All’inizio del 2020 la Desertec industrial initiative (Dii) ha lanciato la Mena hydrogen alliance per contribuire a strutturare progetti energetici nell’area del Medio Oriente e del Nordafrica che produce idrogeno destinato all’esportazione.

lunedì 29 novembre 2021

Il viaggio di Omicron verso l’Italia

 


da: https://www.tag43.it/

Il “paziente uno” è un dirigente dell’Eni, arrivato dal Sudafrica dopo un periodo in Mozambico. Vaccinato, è risultato positivo mentre era in procinto di imbarcarsi per tornare in Africa, dopo aver trascorso qualche giorno con la famiglia.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità, classificandola come “preoccupante”, ha denominato Omicron (ecco perché) l’ultima variante Covid. In attesa di capire davvero quanto davvero sia preoccupante la sua diffusione, sono stati bloccati i voli da diversi Paesi africani. Ma qualcosa di certo c’è già: Omicron è in Italia, visto che è stato appena individuato il “paziente uno” della nuova variante di Coronavirus. Ecco cosa sappiamo.

Variante Omicron, chi è il “paziente uno”

Una sequenza riconducibile alla variante Omicron è stata identificata su un cittadino campano, sbarcato a Fiumicino l’11 novembre con un volo dal Sudafrica, dopo aver trascorso un periodo in Mozambico. L’uomo, un dirigente dell’Eni di 55 anni, è vaccinato con due dosi, non aveva sintomi ed era negativo al Covid al momento della partenza. È risultato positivo al Covid proprio mentre era in procinto di imbarcarsi per tornare in Africa, dopo aver trascorso qualche giorno in Italia con la famiglia.

Opa su TIM: "Piazza pulita"

 

 

da: https://www.tag43.it/ - di Giovanna Predoni

Dopo l’uscita di Gubitosi da Tim è partita la resa dei conti con i suoi fedelissimi. Il nuovo dg Labriola ha messo nel mirino Nardello, Ronca e Cantagallo. E anche il presidente Rossi, che ora ha ad interim le deleghe dell’ex ad, non resterà a lungo al suo posto.

Dimessosi “spintaneamente” dalla guida di Tim nell’infuocato consiglio d’amministrazione del 26 novembre, Luigi Gubitosi è tutt’altro che rassegnato e già pensa alla vendetta coltivando l’idea di poter ritornare in sella, convinto che tutti i suoi fedelissimi siano pronti a immolarsi per lui. A meno che il nuovo direttore generale Pietro Labriola, che farà su e giù dal Brasile dove resta capo azienda, non abbia la forza di far fuori quella prima linea che ha portato al disastro il gruppo telefonico. E l’intenzione pare che ci sia tutta.

In uscita i top manager Nardello, Ronca e Cantagallo

Nelle prossime ore infatti dovrebbe essere accompagnato alla porta Carlo Nardello, Chief Strategy, Customer Experience & Transformation Office, il manager più vicino a Gubitosi, il quale ha negoziato per primo il contratto del calcio con Dazn causa di una voragine nei conti dell’azienda. Ma con il suo ruolo Nardello è intervenuto pesantemente su tutti i fronti caldi,

Tancredi, nuovo singolo: Wah Wah

 

giovedì 25 novembre 2021

Adele rispetta le attese in "30"

 


da: https://www.rockol.it/ - di Gianni Sibilla

L'album è la principale uscita discografica di quest'anno e non solo per i numeri del predecessore 25. Lo abbiamo ascoltato

"30" è l'uscita discografica più importante del 2021, e non solo. Basta pensare ai precedenti, ovvero, i numeri di  “25” 6 anni:  tra i migliori della discografia degli ultimi 20 anni. Nel frattempo Adele è passata Sony dopo una vita alla XL Recordings, si è trasferita a Los Angeles da Londra, ha divorziato. Insomma di storie da raccontare ne aveva.

Il risultato: in “30” le atmosfere classiche e un po’ dolenti ci sono sempre, a maggior ragione dopo un periodo personale così complesso- canzoni struggenti con arrangiamenti diretti e melodie con una enorme personalità vocale; ma in "30" Adele prova anche ad ampliare lo spettro del suo repertorio, con incursioni in nuovi territori.

 “30” un album pensato per essere percepito come un “instant-classic”, con il suono pulitissimo del produttore Greg Kurstin presente in ben 5 brani, e con qualche apertura inaspettata. Un tocco di elettronica qua e là, ma soprattutto un gruppo di brani che giocano più apertamente con la musica black, in chiave moderna. Sono quelle prodotte da Inflo (al secolo Dean Josiah Cover) dei Sault, e sono le migliori del gruppo. 

Ecco l’album, raccontato canzone per canzone

Fisco: aliquote Irpef diventano 4,quella al 38% scende a 35%

 


Scendono da 5 a 4 le aliquote Irpef, con la cancellazione di quella al 41% e con il taglio di 3 punti di quella al 38% che passa al 35%.

E' questa l'intesa politica raggiunta al tavolo sul fisco al Mef.

Lo riferisce il viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto. Secondo l'accordo politico trovato al Mef la fascia di reddito fino a 15mila resta al 23%, quella 15-28mila va dal 27% al 25%, quella 28-50mila va dal 38% al 35%, mentre oltre i 50mila si passa direttamente al 43%. Sulla no tax area si valutano piccole modifiche.

martedì 23 novembre 2021

Opa su Tim: Consob sta a guardare (mentre il titolo vola in Borsa)...



da: https://www.tag43.it/ - di Paolo Madron

Con sob gulp

A fronte della più posticcia e maldestra Opa che da tempo si ricordi, quella di Kkr su Tim, l’Autorità di Borsa resta silente e immobile come una lucertola al sole.

A cosa serve un’autorità di controllo del mercato se poi quando deve esercitare quel controllo la suddetta autorità non batte colpo? Forse serve a giustificare se stessa, il suo presidente, i commissari, le seicento persone che ci lavorano. Insomma, tutto un apparato che è funzionale alla sua autoreferenzialità. Altrimenti non si spiega come di fronte alla più maldestra e posticcia opa che da tempo a questa parte si ricordi, ovvero quella di Kkr su Tim, la Consob sia rimasta più ferma di una lucertola al sole.

Più che un’Opa la manifestazione di una possibile intenzione

Opa per la verità è una parola grossa, e impropria. La lettera inviata dal fondo americano ai vertici dell’ex monopolista dei telefoni infatti non è un’Opa ma un’intenzione. Lo dice esplicitamente il comunicato stampa che ha fatto seguito al movimentato consiglio d’amministrazione di domenica 21 novembre. Il cda «ha preso atto dell’intenzione di Kkr, allo stato non vincolante e indicativa, di effettuare una possibile operazione sulle azioni Tim attraverso un’offerta di acquisto etc, etc». Sulla differenza tra

Tim: il gioco dell'Opa

 


da: https://www.tag43.it/ - di Occhio di Lince

Lo scontento di Vivendi. I rapporti di Gubitosi con Kkr. Lo scoop di Repubblica e la risposta del Corriere sulla manifestazione di interesse americana. Tutti i retroscena di una guerra appena cominciata. E che farà rotolare molte teste.

Sono anni che Telecom, oggi Tim, ci ha abituato a tutto, ma una cosa così non si era mai vista. Andiamo con ordine. Da mesi l’ex monopolista telefonico versa in cattive acque, come testimonia l’andamento del titolo (circa 10 punti in meno da inizio anno, pericolosamente vicino al minimo di 0,28 euro), tanto da essere stato costretto a due successivi profit warning (anche se mediaticamente mascherati). Il flop dell’offerta commerciale con Dazn delle partite di calcio e la mancanza di un serio piano industriale (preannunciato, ma che ancora non c’è) nonostante Luigi Gubitosi abbia in mano il timone di Telecom dal 18 novembre 2018, espongono l’azienda a seri rischi, con la possibilità di un terzo profit warning relativo all’ultimo trimestre dell’anno.

I contatti tra Gubitosi e il fondo Kkr

Di fronte a questa situazione, l’azionista di maggioranza (con il 23,75 per cento) Vivendi chiama a rapporto l’amministratore delegato, il quale in un surreale vertice a Parigi con Arnaud de Puyfontaine, presidente del consiglio direttivo del gruppo francese, per tutta risposta lancia accuse e minacce. Il rapporto fiduciario si rompe. E Gubitosi che fa? Prende

Una repubblica affondata sul lavoro


 

da: https://www.tag43.it - di Stefano Iannaccone

Dalla Whirlpool di Napoli alla Gas Jeans di Vicenza, passando per marchi come Paluani, pasta Zara e Stige. La mappa delle aziende a rischio chiusura in Italia.

L’eterno caso Whirlpool di Napoli, con il licenziamento di 320 lavoratori sul tavolo. Ma anche la ristrutturazione della catena di supermercati Carrefour, che prevede qualcosa come oltre 700 esuberi e la chiusura di vari punti vendita. E la questione SaGa Coffee di Gaggio Montano, nel Bolognese, che mette in bilico il futuro di 220 persone, di cui circa l’80 per cento di donne. Mentre la politica va in fibrillazione sulla Legge di Bilancio e ancora di più sull’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, il Paese reale è attraversato da una serie di crisi aziendali, che surriscaldano il clima sociale. Toccando da vicinissimo il tessuto del Nord-Est, cuore produttivo dell’Italia. Con il ministero dello Sviluppo economico, guidato da Giancarlo Giorgetti spesso in disaccordo con la sua vice grillina, Alessandra Todde, chiamato a intervenire per evitare un bagno di sangue.

La manifattura Riese di Carpi in Cig fino al 31 ottobre

Dietro alle storie più rumorose, ci sono decine di altre realtà produttive, che – messe insieme – coinvolgono migliaia di posti di lavoro. Un esempio? La manifattura Riese di Carpi (Modena), produttrice del marchio di abbigliamento Navigare, ha scongiurato il licenziamento

lunedì 22 novembre 2021

Anti-caro vita: governo Draghi assente, iniziative di Coop e Esselunga

 


da: Corriere Economia – di Daniela Polizzi

L'affondo di COOP: La corsa dei prezzi? C'è chi ne approfitta

Dopo l’iniziativa anti-caro vita di Esselunga, il gruppo propone un patto tra industria, distribuzione, produttori. «Bisogna rinunciare agli extra profitti, ognuno faccia la sua parte», dice il presidente Pedroni E avverte: le famiglie rischiano rincari di 500 euro all’anno per la spesa.

Ci vorrebbe «un patto tra industria, distribuzione, filiere produttive per tutelare i consumatori. In una fase di rincari che rischia di mettere in difficoltà le famiglie. Noi ci stiamo provando, con l’atteggiamento del buon padre di famiglia, oppure se vuole, condividendo lo spirito cristiano in base al quale i più forti rinunciano un po’ ai loro margini. Per salvaguardare i clienti ma anche l’occupazione e il made in Italy».

Marco Pedroni, trent’anni nella grande distribuzione, è il presidente di Coop Italia, 14,4 miliardi di giro d’affari nel 2020. Ha un buon punto di osservazione attraverso i suoi 2 mila 349 punti vendita sparsi per l’Italia, 8milioni di consumatori ogni settimana e 6,4 milioni di soci che sono poi anche i suoi clienti. Vede l’inflazione correre negli Stati Uniti e in Europa. «Con un più 3% a ottobre su base annua anche in Italia credo che ormai non si tratterà di un ciclo breve, quindi bisogna darsi da fare. I dati economici sono buoni ma non lo sono

Mediaset: riassetto per informazione e sport

 


da: Corriere Economia - di Maria Elena Zanini

Sento (poco) il tiggì. E scatta il riassetto «in line»

L’informazione e lo sport, Mediaset avvia la riorganizzazione. Resiste l’ammiraglia del Tg5, unificata la produzione di news. Salvando però gli altri marchi, dal Tg4 a StudioAperto.

Sembrava fossero invincibili e insostituibili. E invece i Telegiornali stanno vivendo un momento di riflessione. Dopo i dati «anomali» del 2020, viziati dalla pandemia, i principali giornali video devono fare i conti con la concorrenza online. La Rai si sta riprendendo dall’ultima tornata di nomine, tra le consuete polemiche. In Mediaset invece è in corso una piccola rivoluzione: una riorganizzazione, ma senza tagli, senza chiusure e (apparentemente) senza scontri con la redazione, al netto delle diverse voci che si sono rincorse.

«Tutti i cambiamenti inizialmente possono spaventare ma visto il piano di riorganizzazione dell’Azienda molto consistente noi del Cdr di NewsMediaset siamo fiduciosi e riteniamo di aver ottenuto il miglior risultato possibile a tutela della testata e dei giornalisti che ci lavorano», fa sapere il Comitato di redazione di NewsMediaset. Più nel merito, si tratta di un’ottimizzazione delle risorse, in particolare delle Line: cambia il modello lavorativo, ma non viene eliminata nessuna redazione. A partire dal primo gennaio 2022 scomparirà la

domenica 21 novembre 2021

L'assegno unico taglia i cedolini

 

 
 

da: https://www.italiaoggi.it/ - di Daniele Cirioli

Buste-paga ridotte da marzo. I datori di lavoro non riconosceranno più le detrazioni fiscali (il che comporterà il prelievo dell'Irpef per intero) e non erogheranno più l'assegno per il nucleo familiare. Quanto non erogato dal datore di lavoro sarà «in parte» accreditato dall'Inps sul c/c dei lavoratori, a titolo di nuovo «assegno unico e universale»: se questa «parte» sarà uguale o maggiore o minore dipenderà dall'Isee. Gli importi saranno identici solo per i nuclei con Isee fino a 25mila euro, se quest'anno stanno intascando l'assegno familiare, e solo fino a dicembre 2022, grazie a una clausola d'invarianza. Da marzo 2025, al termine di tre anni di transizione, il nuovo welfare sarà a regime, decretando vincitori e vinti in base all'unico parametro: l'Isee.

Effetto «ottico». L'effetto in busta paga sarà, probabilmente, la prima cosa che verrà notata del nuovo assegno. Tra le misure soppresse, infatti, due, oggi, transitano nel cedolino gestite dai datori di lavoro: le detrazioni fiscali e l'assegno per nucleo familiare. Da marzo 2022, i datori di lavoro dovranno elaborare le buste-paga senza più considerare queste voci. In tabella c'è un esempio di ciò che è oggi e ciò che potrebbe essere a marzo, per un lavoratore con retribuzione lorda di 20mila euro. Il cedolino, che oggi ha un netto di 1.421 euro, a marzo scenderà a 1.169 euro: 252 euro in meno. Il «mancante» dovrebbe essere solo formale, perché recuperato dal lavoratore tramite accredito diretto a cura dell'Inps del nuovo «assegno-unico». L'assegno sarà accreditato dall'Inps, a domanda, per un anno (marzo/febbraio), dal mese successivo a quello della domanda.

sabato 20 novembre 2021

A Eitan, a Matias e agli altri dovremo dire che i grandi sono bravi a scrivere convenzioni, meno ad applicarle

 


da: https://www.famigliacristiana.it/ - di Elisa Chiari

Nella giornata mondiale dei diritti dell'infanzia, ci diciamo che abbiamo fatto passi avanti e che ci vuole tempo per tradurre in fatti le buone intenzioni. Ma ai piccoli che attorno a noi non siamo riusciti a tutelare questa risposta non può bastare

Il 20 novembre nelle scuole si racconta la storia della giornata dei Diritti dell’infanzia. Spieghiamo ai bambini che accade perché il 20 novembre del 1989 i grandi si sono messi d’accordo per scrivere una lunga Convenzione, 54 articoli, che mette nero su bianco i diritti dei più piccoli. L’hanno ratificata, cioè fatta propria, tutti gli Stati del mondo, ad eccezione degli Stati Uniti d’America.

Raccontiamo loro che tra questi diritti ci sono principi fondamentali tra cui il diritto a non essere discriminati, il diritto allo sviluppo e al benessere, di cui fanno parte salute, scuola, gioco, il diritto a essere coinvolti in base all’età nelle decisioni che li riguardano. Ma i bambini vivono tra noi, osservano con più attenzione di noi, origliano le notizie dai nostri Tg. Davanti al nostro celebrare la giornata ci chiederanno, loro così specialisti dei “perché”, perché, se tutti hanno firmato questa bella cosa, in Nigeria c’è ancora la poliomielite? Perché ancora tante bambine nel mondo non vanno a scuola? Perché ci sono bambini dietro il filo spinato al freddo al confine della Polonia?

Comprare un Green pass falso? Costa 200 euro, ma è più facile averne 500 veri gratis (all’insaputa dei proprietari). Dalle chat al dark web.

 


da: https://www.ilfattoquotidiano.it/

Nelle ultime settimane è cresciuta in maniera esponenziale la richiesta in Italia di Green pass falsi da potere utilizzare evitando vaccinazione e tamponi. Le chat di Telegram, i forum e il dark web (la parte “oscura” della rete) si sono così trasformati in veri e propri bazar illegali. Pagamento in bitcoin, tariffari che variano da 100 a 200 euro a singolo certificato – con tanto di codici sconto per chi ne richiede un numero maggiore – e addirittura recensioni dei clienti. Ma districarsi in questa giungla, con chat che vengono regolarmente cancellate e ricreate con altri profili, è molto complesso. Le truffe sono sempre dietro l’angolo e sono numerosi i racconti di utenti che hanno pagato e inviato i propri dati personali a sconosciuti senza ottenere l’ambito Green pass contraffatto.

Le chat – Così, monitorando per giorni chat e forum, è diventata ricorrente una particolare richiesta degli utenti italiani: “Condividete lo zip con tutti i Qr?”. Il riferimento è ad alcune cartelle contenenti centinaia di Green pass italiani originali di cittadini quasi certamente all’oscuro. Perché entrarne in possesso? L’obiettivo è trovare il Green pass di un profilo simile (per sesso ed età) da utilizzare, ad esempio, per una cena in un ristorante o per andare in discoteca. Sono in tanti a richiedere questo archivio, anche all’interno della discussione “Make Eu Green pass” su RaidForums, un portale molto popolare tra chi svolge azioni di hacking, una sorta di anello di congiunzione tra il web “visibile” e quello dark.

Cos’è questa storia del premio per i netturbini di Roma che non si assentano per malattia

 


da: https://www.ilpost.it/

È contenuto in un accordo tra Ama e sindacati segnalato da Repubblica, e ha provocato delle polemiche nella politica locale

La pubblicazione da parte di Repubblica di un accordo firmato tra i sindacati e Ama, la società municipalizzata di Roma che smaltisce i rifiuti, ha provocato una polemica nella politica locale. L’accordo, infatti, include una clausola che prevede degli incentivi ai dipendenti se tra dicembre e gennaio si ridurrà il tasso di assenteismo per malattia rispetto agli scorsi mesi: in sostanza un bonus perché i netturbini non si diano malati e vadano al lavoro.

La misura, presa evidentemente per contenere il problema di accumulo di spazzatura a Roma durante le festività e quello dell’assenteismo in Ama, è stata duramente criticata dall’opposizione. La giunta di centrosinistra del sindaco Roberto Gualtieri ha però negato che si tratti di un bonus di questo tipo, sostenendo che sia invece un normale premio di produttività.

Il grosso problema dei rifiuti non raccolti per le strade di Roma è ormai molto noto anche a chi non vive in città. Era considerata la prima importante questione di cui si sarebbe dovuto

sabato 13 novembre 2021

Renzi e il suo travaglio

 


Ieri sera Matteo Renzi dalla Gruber contro Travaglio e Giannini...

La miglior serie tv che ho visto da mesi. Peccato sia durata solo una puntata...


da: https://www.tag43.it/ - di Giulio Cavalli 

 


L’irreversibile declino è come un lubrificante per il suo narcisismo. Quello che conta per l’ex premier è stare sempre al centro del dibattito politico. Alzando polveroni ed eludendo il merito delle questioni. Anche a costo di dare il peggio di sé.

Danneggiato dal suo narcisismo, come accade a tutti i narcisisti, Renzi ha monopolizzato l’ennesima settimana. Sarà contento, lui: i narcisisti, anche quelli consapevoli di avere imbroccato il sentiero del fallimento, non riescono a trattenere la maledetta voglia di essere al centro del dibattito (illudendosi di esserne il centro) e accettano, nella curva discendente, perfino lo scherno. Purché se ne parli, dicevano: una massima sempre in voga, senza che qualcuno, una volta per tutti spieghi, che sia una cagata pazzesca.

Questa settimana abbiamo saputo un po’ di cose. Sappiamo, ad esempio, che Matteo Renzi pensava di mettere in piedi una temibile macchina da guerra impegnata nella controinformazione e nella propaganda guidata da Fabrizio Rondolino (l’articolo potrebbe giù chiudersi qui), che considera un «ottimo giornalista», come ha detto sornione ieri dalla Gruber. Non stupisce, non è questione solo di Renzi. Il potere ama i giornalisti che supini fanno da amplificatori. Accade da sempre, ovunque. Che sia una cosa schifosa e autoritaria ogni tanto ci dimentichiamo di ricordarcelo.

La macchina della propaganda aveva l’obiettivo di schedare e infangare gli avversari

lunedì 8 novembre 2021

Gli imprenditori disonesti possono ringraziare Brunetta

 


da: https://www.ilfattoquotidiano.it/

Gli imprenditori disonesti possono stare tranquilli: il governo abolisce i controlli a sorpresa. “Saranno annunciati in anticipo”. Brunetta: “Una telefonata per programmarli”

Illustrando l'apposita delega contenuta nel ddl sulla concorrenza, il ministro della Funzione pubblica ha chiarito che "prima di ogni controllo ci sarà una telefonata per programmarlo, specificarne la natura, individuarne i contenuti e i documenti necessari, i giorni in cui arriverà". Insomma, addio alle verifiche fiscali a sorpresa: d'ora in poi la parola d'ordine, dice il ministro, sarà "rispetto reciproco", ma anche "civiltà, gentilezza e cortesia": "Non ci saranno divise o mitragliette in vista".

Rispettosi e poco invasivi, ma soprattutto annunciati con largo anticipo: ecco i nuovi controlli alle imprese secondo il governo Draghi. Lo ha spiegato Renato Brunetta: illustrando l’apposita delega contenuta nel ddl sulla concorrenza, il ministro della Funzione pubblica ha chiarito che “prima di ogni controllo ci sarà una telefonata per programmarlo, specificarne la natura, individuarne i contenuti e i documenti necessari, i giorni in cui arriverà, le risorse umane di cui avrà bisogno. Non ci saranno divise o mitragliette in vista”. Insomma, addio alle verifiche fiscali a sorpresa, vero spauracchio degli imprenditori disonesti: d’ora in poi la parola d’ordine, dice il ministro, sarà “rispetto reciproco“, ma anche “civiltà, gentilezza e cortesia“. Brunetta ha esposto il proprio manifesto intevervenendo a Roma alla tavola rotonda “Procurement pubblico del digitale per la trasformazione del Paese”, promossa da Anitec-Assinform, la branca di Confindustria che raccoglie le imprese del comparto tecnologie