Le osservazioni di Gratteri confermano ciò che penso di questa "riforma": è una porcata. Draghi ha "fretta" di mandare a Bruxelles un pezzo di carta in cui la Commissione trovi scritto che sono ridotti i termini dei processi. Quale sia l'effetto di questo, che Coppi e Gratteri hanno correttamente evidenziato con la loro competenza ed esperienza, non frega un organo sessuale maschile a Draghi. Che, del resto, di giustizia non capisce un cazzo e ha delegato la "riforma" alla "competente" Cartabia intervenendo poi – come sempre – con le sue "mediazioni a posteriori già decise ante presentazione decisione". In questo caso con i "capricci": se il M5S non approva la riforma mi dimetto!
Quanto alla "competente" Cartabia: o non ha la più pallida idea di come funzioni – o non funzioni - un tribunale o ne è consapevole. E, allora. sarebbe disonesta. Ma non può, non deve esistere, un ministro della Repubblica italiana disonesto con i cittadini italiani.
da: Il Fatto Quotidiano – intervista di Marco Travaglio
Procuratore Nicola Gratteri, le piace questa “riforma della Giustizia” della ministra Marta Cartabia approvata all’unanimità dal Consiglio dei ministri?
Concordo pienamente con quel che ha detto il professor Coppi. Il sistema non solo è destinato ad andare in tilt, ma in questo modo non viene assicurata alcuna “giustizia”. Stabilire che la prescrizione si interrompe dopo la sentenza di primo grado, ma al contempo imporre termini “tagliola” per il processo di appello e per quello successivo di Cassazione, senza intervenire sui sistemi di ammissibilità degli appelli o dei ricorsi per Cassazione, significa solo preoccuparsi di “smaltire carte”, non di assicurare una decisione giusta. Noi magistrati dobbiamo fare giustizia, non smaltire carte: noi abbiamo a che fare con la vita delle persone. I giudici di appello e di Cassazione devono, all’esito di un'analisi ponderata, rimediare – se esistono – a errori commessi nel grado precedente. Con questa “riforma”, invece, da una parte si gettano al macero migliaia di processi, e dall’altra si accentua la tendenza a trasformare le corti in “sentenzifici”, che badano