Dentro a un abbraccio puoi fare
di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci
dentro, come fosse l’ultimo
Pensieri su ciò che ci circonda. Media, politica, attualità, libri, film e quant’altro.
Dentro a un abbraccio puoi fare
di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci
dentro, come fosse l’ultimo
Ho un debole per Theo James, bravissimo attore e uomo affascinante. E il fascino sprigiona in questa serie britannica in otto episodi che ho visto in due giorni.
Cast e
regia perfetti. Trama intrigante con il giusto ritmo. Guy Ritchie, creatore
della serie non mi delude. Tanto meno Theo James (a cui non perdono però di non
aver fatto la seconda serie di Sanditon), che interpreta Eddie Horniman,
secondo genito di una famiglia nobile che eredita il titolo di Duca e tutto il
patrimonio alla morte del padre. Il nostro Eddie si ritrova un fratello
maggiore coxxxone tenuto per le palle dagli usurai. Scopre che la ricchezza del
padre, e quindi il patrimonio ereditato, si basa….sulla cannabis. Ed entra in
scena lei, Kaya Scodelario, bella, algida, perfettamente a fuoco nel ruolo di
Susie Glass, figlia di un criminale in galera. Si fa per dire. Perché la galera
del paparino pare la versione britannica di quella di Totò in Operazione San Gennaro.
Lei gestisce in una parte della proprietà della residenza del duca l’organizzazione
e distribuzione di cannabis. Il duca Eddie vuole sganciarsi da tale traffico ma…a
voi guardare la serie. Ne vale la pena.
E’ una delle poche serie che mi hanno tenuta incollata e ho apprezzato particolarmente
da: https://www.ilfattoquotidiano.it/
Pubblichiamo
l’intervento di Demetrio Guzzardi, ricercatore post-dottorato presso la Scuola
Superiore Sant’Anna di Pisa.
Il
sistema fiscale italiano attuale favorisce i più ricchi. Nonostante l’Irpef sia
progressiva, questa non è sufficiente a rendere progressivo l’intero sistema
fiscale quando consideriamo tutte le imposte e tasse pagate annualmente.
Infatti, il 5% degli italiani più ricchi gode di un’aliquota fiscale via via
decrescente (totale di tutte le imposte pagate diviso la totalità dei redditi
guadagnati), con lo 0,1% più ricco degli italiani che paga un’aliquota fiscale
inferiore rispetto al resto della popolazione nonostante abbia guadagni che
superano i 500mila euro.
Questo è uno dei risultati di uno studio condotto in collaborazione con le economiste e gli economisti Elisa Palagi, Andrea Roventini e Alessandro Santoro, recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Journal of the European Economic Association. Nel nostro studio, mostriamo che il sistema fiscale italiano, considerando tutte le imposte e le tasse versate, non è affatto progressivo; anzi, risulta solo debolmente progressivo e diventa addirittura regressivo per il 5% degli italiani più ricchi. Il top 0,1%, coloro con guadagni totali oltre i 500mila euro, versa un’aliquota effettiva del 36%, inferiore a quella della popolazione più povera che versa invece un’aliquota effettiva poco sopra il 40%.
da: https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/
I
numeri arrivano dai comunicati delle principali banche italiane quotate: Intesa
Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Bper, Mps, Mediobanca, Popolare di Sondrio e
Credem hanno registrato nel corso del 2023 utili per 23 mld che salgono a circa
28 mld se si aggiungono i 1,85 mld di Iccrea e i 0,55 mld di Cassa Centrale
Banca, i 1,3 mld della controllata bancaria italiana del Crédit Agricole e i
0,93 mld della Bnl, controllata bancaria italiana del gruppo Paribas. Un boom
di utili con un valore ben superiore (+ 87%) al già significativo risultato di
15 mld conseguito nel 2022. Visto l’impatto che questo settore ha sulla vita di
tantissimi privati e imprese, con l’aiuto di Arturo Capasso (professore di
Corporate Finance alla Luiss) e dell’ex dirigente bancario Francesco Tuccari,
proviamo a capire come si è formato questo enorme profitto e chi sono i reali
beneficiari.
Dove
guadagnano le banche
Le banche guadagnano principalmente attraverso tre diverse attività. La prima è quella di intermediazione di denaro: riconoscono un interesse fisso a chi deposita soldi (interessi passivi) e fanno pagare a chi chiede prestiti un tasso base di riferimento (l’Euribor per i finanziamenti a tasso variabile e l’Irs per quelli a tasso fisso) a cui aggiungono un «sovraprezzo» che varia in misura direttamente proporzionale alla «rischiosità» dei soggetti finanziati (questi si chiamano interessi attivi). La differenza fra gli uni e gli altri è il «margine d’interesse». La seconda attività riguarda le commissioni che incassano ogni qualvolta effettuano per conto del cliente il pagamento di una utenza, l’incasso di un assegno, dispongono un bonifico, spediscono l’estratto conto, sul prelievo di contante col bancomat, sulla gestione del conto corrente e sulla vendita dei prodotti finanziari (sui quali si fanno pagare i costi più alti d’Europa approfittando dell’ignoranza dei clienti). La terza attività sono