lunedì 5 giugno 2017

La piazza, le vie di fuga, le bottiglie in vendita: tutti gli interrogativi sull’incidente di Torino


da: Corriere della Sera

Poche le possibilità di deflusso, nessuna ordinanza che impedisse la vendita di birra in contenitori di vetro. E a Madrid lo stesso evento è stato ospitato al Santiago Bernabeu

La trappola di piazza San Carlo
Fatto il bilancio dei feriti e trattenendo il fiato per i tre ricoverati che ancora versano in gravi condizioni, a Torino col passare delle ore prendono spazio la polemica e gli interrogativi sull’organizzazione del maxischermo in piazza San Carlo. In un periodo in cui la minaccia del terrorismo è dietro l’angolo e in cui anche lo scoppio di un petardo può ormai scatenare il panico era opportuno radunare 40mila persone in piazza San Carlo? E a quali condizioni avrebbe potuto essere autorizzato il maxiraduno? Prefettura, sindaco e forze dell’ordine si stano incontrando proprio in queste ore ma in attesa di risposte alcuni interrogativi possono già essere individuati.
Le misure di sicurezza sono state rispettate?
Piazza San Carlo è il tradizionale luogo di festeggiamenti delle vittorie per la tifoseria juventina ma per quanto grande, il quadrilatero nel centro di Torino presenta solo cinque vie di fuga. Una, situata al vertice opposto a quello in cui si trovava il maxischermo, era aperta, altrettanto due strade lì vicino. Altre due vie invece erano ostruite da transenne: barriera necessaria a evitare il ripetersi di attentati come quello di Nizza ma che di fatto hanno impedito il deflusso della folla terrorizzata dallo scoppio. Inoltre all’interno di spazi come le piazze
vengono ormai abitualmente riservati dei «cuscinetti di sicurezza»: spazi vuoti che impediscono proprio scene di panico generalizzate. Le vie di fuga e gli spazi di sicurezza potevano e dovevano dunque essere predisposte in modo diverso?
Perché tante bottiglie in vendita?
La maggior parte delle oltre 1.500 persone che hanno dovuto essere medicate negli ospedali della città si erano ferite cadendo sul selciato della piazza che col passare delle ore si era andato trasformando in un «tappeto» di cocci di vetro. Per ragioni di ordine pubblico, anche in occasione di eventi di dimensioni minori, i comuni emettono provvedimenti che impediscono di portare in luoghi pubblici bibite in contenitori di vetro; a volte viene impedito tout court il commercio degli alcolici. Nel caso di Torino non è scattato nessuno di questi divieti; anzi, numerosi testimoni riferiscono che attorno a piazza San Carlo si erano radunati venditori abusivi di birra. Come mai non sono scattate misure di questo tipo?
Perché la piazza e non lo stadio?
Madrid non lamenta alcun incidente legato ai festeggiamenti per la vittoria di Champions League; nella capitale spagnola i tifosi che non erano volati a Cardiff hanno potuto seguire la partita su maxischermi montati sullo stadio Santiago Bernabeu. Questo ha consentito a una folla enorme di radunarsi in un luogo abitualmente predisposto per grandi eventi e dotato di tutte le misure di sicurezza, anche se meno suggestivo di un «salotto» nel centro della città come piazza San Carlo. La Juventus è l’unica società italiana che ha uno stadio di proprietà: perché non si è pensato di far convergere lì i sostenitori rimasti a Torino?

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