Pensieri su ciò che ci circonda. Media, politica, attualità, libri, film e quant’altro.
venerdì 23 giugno 2017
martedì 20 giugno 2017
Massimo Gramellini: Mi è caduta dal sellino
da: Corriere della Sera
Un uomo scende dalla moto e solo allora si
accorge di avere smarrito la moglie. Succede. Non è che i maschi possono fare
più di una cosa alla volta, con il rischio di sbagliare anche quella. Quando
lui era partito quaranta chilometri prima da una piazzola dell’Astigiano, aveva
già dovuto occuparsi di svariate incombenze. Allacciare il casco, staccare il
cavalletto e infine viaggiare evitando le buche più dure, come cantava il
poeta. Ci sta che un marito travolto da una tale concatenazione spasmodica di
eventi tralasci di controllare che la passeggera nuziale sia a bordo. E non si
dica che avrebbe dovuto insospettirlo la mancanza di segnali di vita alle sue
spalle. Il ruolo di condottiero gli imponeva di concentrarsi sulla guida. Un
cumulo di responsabilità che lo ha stremato, inducendolo a chiedere asilo a una
gelateria di Chieri. Lì ha fatto la tragica scoperta, ma ha reagito con piglio
virile. Scoppiando in lacrime davanti ai carabinieri: «Mia moglie è caduta dal
sellino. Di lei mi resta il telefono nel baule». Stava forse per farsene una
ragione, quando è stato il suo cellulare a suonare, recandogli in dono la voce
adorata: «Sei veramente un cretino.
Perché in Senato si sta discutendo del caso CONSIP
da: Il Post
Stamattina sono state
presentante alcune mozioni sulla società e sulla complicata inchiesta che la
riguarda: se dovessero passare, per il governo sarebbe un problema
Oggi
pomeriggio è in discussione al Senato una serie di
mozioni che riguardano CONSIP, la società che si occupa di gran parte degli
acquisti della pubblica amministrazione e che è finita al centro di una lunga e complicata indagine. Alcune
mozioni sono state presentate dall’opposizione e, se fossero approvate,
rischierebbero di mettere in imbarazzo il governo e potenzialmente di dividere
la maggioranza.
Le
mozioni riguardano in particolare la possibilità di svolgere ulteriori indagini
interne sul funzionamento di CONSIP, la sostituzione dei suoi attuali vertici –
che comunque sono tutti dimissionari – e la sospensione di gare d’appalto
gestite dai dirigenti indagati. In tutto sono state presentate quattro mozioni,
di cui tre da parte dell’opposizione e una da parte della maggioranza (potete leggere il loro riassunto sul sito del Senato).
Se le mozioni dell’opposizione venissero approvate, per il governo non ci
sarebbero grosse conseguenze immediate: nell’ordinamento italiano, infatti, non
sono legalmente vincolanti.
venerdì 16 giugno 2017
Fabrizio De Andrè: testo, Verranno a chiederti del nostro amore
Quando in anticipo sul tuo stupore
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta,
non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure
a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non son riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carezze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
verranno a chiederti del nostro amore
a quella gente consumata nel farsi dar retta
un amore così lungo
tu non darglielo in fretta,
non spalancare le labbra ad un ingorgo di parole
le tue labbra così frenate nelle fantasie dell'amore
dopo l'amore così sicure
a rifugiarsi nei "sempre"
nell'ipocrisia dei "mai"
non son riuscito a cambiarti
non mi hai cambiato lo sai.
E dietro ai microfoni porteranno uno specchio
per farti più bella e pensarmi già vecchio
tu regalagli un trucco che con me non portavi
e loro si stupiranno
che tu non mi bastavi,
digli pure che il potere io l'ho scagliato dalle mani
dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
per ritornare dopo l'amore
alle carezze dell'amore
era facile ormai
non sei riuscita a cambiarmi
non ti ho cambiata lo sai.
Fondi Expo, il Tribunale scarica sul Comune. “Appalti fatti da voi”
da: http://www.glistatigenerali.com/ -
di Manuela D’Alessandro
“Non
risulta che il Tribunale abbia mai assunto il ruolo di stazione appaltante”.
Roberto Bichi consegna a una nota la sintesi della riunione coi presidenti di
sezione (tutti presenti) del Tribunale di Milano per discutere sugli appalti
Expo alla giustizia dopo l’esposto – denuncia di Anac. E siccome la
stazione appaltante dei 16 milioni piovuti sul Palazzo di Giustizia in modo
poco trasparente e senza gare era il Comune di Milano (sindaco prima
Moratti, poi Pisapia) viene immediato pensare a chi venga
attribuita l’eventuale responsabilità di illeciti. E’ un presidente
che appare a chi c’era “molto teso” quello che si presenta al cospetto dei
suoi magistrati ai quali chiede un parere sulla nota stampa preparata per
difendere “il ruolo del Tribunale di Milano, impegnato nel garantire il massimo
di legalità”.
Bichi, che gode si solida stima tra i
colleghi, protegge l’istituzione da lui guidata su tutta la linea, senza distinguo
tra la sua era e quella di Livia Pomodoro, di cui è stato prima vicario e
poi successore. Fuori ci sono le telecamere e qualche giudice, prima di
entrare, si copre il volto per non essere ripreso in quello che
appare all’esterno come un robusto ‘serrate i ranghi’ di fronte all’attacco
sferrato da Raffaele Cantone che nella relazione adombra responsabilità di loro
colleghi.
lunedì 12 giugno 2017
Mentre i 5 stelle soffrono e il Pd si arrabatta, Berlusconi è vivo e vegeto
da: http://www.glistatigenerali.com/ - di Jacopo Tondelli
Dieci milioni di italiani alle elezioni
comunali non sono 40 milioni di italiani alle elezioni politiche. Ma i quasi
dieci milioni di italiani che erano chiamati al voto ieri non sono un
dettaglio, un caso marginale, un accidente qualsiasi. Sono i cittadini di
Palermo, di Genova, di Taranto, di Verona, di Parma, di Sesto San Giovanni, e
di altri 840 comuni italiani. Sono un pezzo importante del nostro paese, e
dell’espressione di democrazia rappresentativa del nostro paese. Lo sono nel
contesto delle elezioni comunali dove, tutto sommato, votare i simboli astratti
della lotta alla casta, o della lotta al populismo, o della propria idea di
appartenenza, è un po’ meno facile senza confrontarsi direttamente con una
faccia, una voce, una credibilità. Nell’Italia dei cento campanili, dei
localismi plurisecolari, nel paese in cui ci si conosce tutti anche fuori dal
castello natìo, le elezioni comunali sono da sempre – e da quando c’è
l’elezione diretta del sindaco molto di più – un test di credibilità diretta
del candidato sindaco non meno che un una misura di consenso di partiti e
movimenti.
Mafia al Nord: San Marino e le sue miracolose banche
San
Marino e le sue miracolose banche
da: http://mafie.blogautore.repubblica.it/
-
di Antonio Fabbri
Per anni nelle banche di San Marino si sono
accumulati denari senza che ci si preoccupasse troppo se fossero il frutto del
nero della Riviera o, peggio, dell’attività criminale delle mafie.
La convinzione è che il crimine paga,
soprattutto se il denaro lo si sa nascondere bene e nei posti giusti,
attraverso i consulenti adatti e i professionisti esperti.
Quando, anche dietro la pressione degli
organismi internazionali, pure sul Monte sono state approvate leggi adeguate
per la lotta al riciclaggio, quel denaro ha cominciato a puzzare.
E’ una dinamica rovesciata che si scorge da
lassù. Una dinamica che dagli strani passaggi di denaro - messi in atto per
occultare, trasferire sostituire, lavare il provento degli illeciti – risale ai
reati presupposti e fa prendere coscienza che la mano economica delle mafie
gestisce i suoi affari anche attraverso attività apparentemente lecite.
Avanti tutta sui vaccini mentre la sanità perde colpi
da: http://pepe.blogautore.repubblica.it/
- di
Guglielmo Pepe
Come era previsto, avanti tutta sui
vaccini. Senza tentennamenti e dubbi, la ministra Lorenzin, sostenuta dal
governo, ha presentato la definitiva versione del Decreto Vaccini, che non
presenta cambiamenti sostanziali tranne l'autocertificazione (per i dettagli
consiglio di leggere l'articolo di Michele Bocci). Adesso la linea è tracciata:
vaccinazioni a go-go.
Come sappiamo in Italia - e non tra i
free-vaxx ma tra i ricercatori vaccinisti - e all'estero, c'è molta discussione
sulla obbligatorietà e sulla raccomandazione vaccinale. Tant'è che in mezza
Europa non c'è obbligo. Noi abbiamo scelto una strada diversa. Tuttavia non si
capisce perché il nostro Paese è il primo ad introdurre ben 12 vaccini
obbligatori. Una scelta sulla quale anche la ministra Fedeli si era pronunciata
chiedendo di spiegare ai cittadini il perché di tale accelerata.
In sincerità non capisco il perché di
questo decisionismo. Tuttavia ora mi aspetto che in sede parlamentare ci sia un
vero confronto e, soprattutto, ci siano le necessarie spiegazioni affinché gli
italani che si sono appellati al presidente Mattarella possano avere le
risposte che chiedono.
C'è poi il nodo delle punizioni: la non
iscrizione agli asili, le multe e le segnalazioni al tribunale dei minori. Nel
testo, come era ovvio, non si fa cenno
sabato 10 giugno 2017
Nominato il dg Rai: Orfeo, il direttore generale del…..Nazareno
da: https://ilmanifesto.it/
Rai,
Orfeo direttore generale «Nazareno»
Viale Mazzini. Il cda dà
il via libera alla nomina del direttore del Tg1 alla guida della tv pubblica.
Passa la scelta di Renzi, plauso dei forzisti, tuonano i 5 Stelle: «Non è di
garanzia»
di Micaela
Bongi
A destra spopola. Perfino Daniela Santanchè, che non è certo una
tenera, è prodiga di complimenti nei
confronti del nuovo direttore generale di viale Mazzini. L’impasse sulla
nomina del successore di Antonio Campo Dall’Orto del resto si è ufficialmente
sbloccata con un tweet di Maurizio Gasparri che ha annunciato al posto del
consiglio d’amministrazione la fumata bianca sul nome dell’attuale direttore
del Tg1 Mario Orfeo.
Su
Orfeo ha insistito Matteo Renzi, di fronte al premier Paolo Gentiloni
(l’indicazione del dg Rai spetta al governo) che invece nutriva dubbi,
evidentemente messi da parte senza fare troppe storie. Una volta saltato
l’accordo a quattro sulla legge elettorale, il segretario del Pd ha scelto di
Elezioni in Gran Bretagna: la sinistra del 900 argina la vecchia destra
da: http://www.glistatigenerali.com/
Uk,
la sinistra del 900 argina la vecchia destra: il futuro resta da scrivere
di Jacopo
Tondelli
Nel regno in cui è nata la rivoluzione
industriale, in cui sono nati John Maynard Keynes e Adam Smith, in cui
Marx ha formulato le sue teorie. Nella terra che ha visto il liberismo
economico diventare teoria e prassi politica compiuto, con Maggie Thatcher. Nel
paese che ha praticato inventandola la Terza Via con Tony Blair fino alla
scommessa rischiatutto di David Cameron. Ancora, nel paese dell’Unione Europea
che ha per primo deciso di uscirne. Insomma, il Regno Unito, terra di
innovazione e politica da un paio di secoli, il voto di ieri restituisce una
fotografia statica che somiglia molto al passato.
Theresa May, al di là del gioco
spregiudicato e a perdere che l’ha portata
venerdì 9 giugno 2017
giovedì 8 giugno 2017
Inchiesta Consip, montatura per attaccare Renzi o…i fuorvianti titoli della stampa (di regime renziano)
Tutti
zitti
Scrive
il segretario PD
“Oggi
bisognerebbe dare sfogo alla rabbia. All’improvviso scopri che nella vicenda
Consip c’è un’indagine per depistaggio, reato particolarmente odioso, e ti
verrebbe voglia di dire: ah, e adesso? Nessuno ha da dire nulla? Tutti zitti adesso?”.
Il riferimento è alla notizia che il vicecomandante del NOE Alessandro Sessa è stato accusato dalla procura di Roma di depistaggio.
Se
uno si ferma ai titoli dei giornali (e ai tweet dei renziali giulivi) l'impressione è che tutta
l'inchiesta Consip sia in realtà una montatura (reato odioso, non come la
corruzione o l'evasione) fatta per attaccare il padre dell'allora presidente
del Consiglio.
Se però uno la notizia la legge davvero, si renderebbe conto
lunedì 5 giugno 2017
The Kolors: recensione album You
da: http://www.rockol.it/ - di
Mattia Marzi e Gianni Sibilla
Chi sono i Kolors? Quelli del coretto di
"Everytime" o quelli che già ad "Amici" piazzavano cover
internazionali con il piglio sicuro di una rock band? Quelli che dichiarano
l'amore per gli XTC e Pink Floyd, o quelli che mettono la trap nel singolo di
lancio del nuovo album?
Tutte queste cose assieme, e anche altro,
come questo nuovo lavoro vuole dimostrare. Nella percezione
generale sono ancora quelli della hit che li lanciò nel 2015, dopo la
vittoria ad "Amici", quella "Everytime" che una nota
compagnia telefonica scelse come jingle dei suoi spot e che si sentì in giro
per più di un anno. Rischiavano di venire divorati da quella canzone,
e così, dopo l'incidente agli MTV Awards dello scorso anno, Stash e compagni hanno deciso di
restare per qualche mese lontano dai riflettori e lavorare al loro terzo album,
dopo "I want" del 2014 e "Out" del 2015. Anticipato dalla
partecipazione di Stash a "Assenzio" di Fedez e J-Ax, da un bel
passaggio a "Music" (il programma sulla musica condotto da Paolo
Bonolis lo scorso gennaio su Canale 5) e dal singolo "What happened last
night", esce finalmente questo nuovo album in studio del trio. Ed è un bel disco, che va oltre i generi e oltre il pop. Un disco che prova a riposizionare
la band, mantenendo alcuni tratti della sua fase pop, ma esplicitando le sue
radici e contemporaneamente provando a proporre un suono innovativo, almeno per
il contesto italiano.
Si scrive “sistema tedesco”, si legge Mario Draghi
da: Il Fatto Quotidiano - di
Peter Gomez
Si scrive sistema tedesco, ma si
legge Mario Draghi. Può e deve essere raccontata così la scelta dei nostri
partiti e movimenti di portarci al voto con una legge elettorale che non farà
vincere nessuno. Capire come andrà a finire questa storia non è
difficile. Dopo le elezioni nascerà un governo di coalizione. Durerà
un paio di anni e poi (ma forse molto prima) dovrà fare i conti con
i tassi di interesse che ricominceranno ad andare alle stelle. Nella
legislatura che ci stiamo lasciando alle spalle è stato fatto molto poco per
rimettere in sesto l’economia. Il debito pubblico è salito;
il Pil ha segnato tassi di crescita ridicoli rispetto al resto
d’Europa; le nostre classi dirigenti hanno continuato bellamente a rubare;
la spending review ha tagliato solo le teste dei commissari che
avevano provato a proporla; la riforma della scuola è stata un disastro. Se a
tutto questo si aggiungono poi la forza delle mafie, la crisi delle
banche, l’assenza quasi totale di programmazione industriale, i bassi
investimenti e l’incapacità di innovarsi dimostrata da una parte non
piccola degli imprenditori, il quadro è completo.
Quando, verosimilmente verso la metà del
2018, la Bce sospenderà l’acquisto dei titoli di Stato (già
ora sceso da 80 a 60 miliardi di euro al mese), in Italia respireremo
un clima vicino a quello degli ultimi giorni del governo di Silvio
Berlusconi. Panico, fuga dei capitali, spread e molti ridicoli appelli a
Marco Travaglio: Il Merdinellum
da: Il Fatto Quotidiano
A furia di sentirsi dire che devono
accettare i compromessi e “sporcarsi le mani”, i 5Stelle stanno facendo
entrambe le cose con la legge elettorale. E non è un bel vedere. Ieri Beppe Grillo ha silenziato i mormorii
interni, soprattutto di Roberto Fico e Paola Taverna che
definivano il testo dell’accordo “un nuovo Porcellum”, richiamando tutti i
“portavoce” (i parlamentari 5Stelle) all’ordine di “rispettare il mandato” ricevuto
dagli iscritti al blog, i quali “hanno votato a stragrande
maggioranza il modello tedesco con oltre il 95% delle preferenze”. Verissimo.
Peccato che il maxi-emendamento “Merdinellum” non c’entri nulla col modello
tedesco plebiscitato dalla base grillina: a parte lo sbarramento al 5% e i seggi
metà uninominali e metà proporzionali – due trovate non proprio geniali che non
c’è bisogno di copiare dalla Germania: ci possono arrivare persino dei politici
italiani – tutto il resto è diverso. E non
è vero, come scrive il blog di Grillo, che “le differenze con il modello
tedesco sono dovute alle diversità dell’assetto costituzionale tra la Germania
e l’Italia” (in Germania il numero dei parlamentari elettivi è variabile,
in Italia fisso). Non solo, almeno.
1) In
Germania, per la Camera elettiva (Bundestag), gli elettori hanno due schede e
danno due voti, che possono essere disgiunti: uno al candidato
La piazza, le vie di fuga, le bottiglie in vendita: tutti gli interrogativi sull’incidente di Torino
da: Corriere della Sera
Poche
le possibilità di deflusso, nessuna ordinanza che impedisse la vendita di birra
in contenitori di vetro. E a Madrid lo stesso evento è stato ospitato al
Santiago Bernabeu
La
trappola di piazza San Carlo
Fatto il bilancio dei feriti e trattenendo
il fiato per i tre ricoverati che ancora versano in gravi condizioni, a Torino
col passare delle ore prendono spazio la polemica e gli interrogativi
sull’organizzazione del maxischermo in piazza San Carlo. In un periodo in cui
la minaccia del terrorismo è dietro l’angolo e in cui anche lo scoppio di un
petardo può ormai scatenare il panico era opportuno radunare 40mila persone in
piazza San Carlo? E a quali condizioni avrebbe potuto essere autorizzato il
maxiraduno? Prefettura, sindaco e forze dell’ordine si stano incontrando
proprio in queste ore ma in attesa di risposte alcuni interrogativi possono già
essere individuati.
Le
misure di sicurezza sono state rispettate?
Piazza San Carlo è il tradizionale luogo di
festeggiamenti delle vittorie per la tifoseria juventina ma per quanto grande,
il quadrilatero nel centro di Torino presenta solo cinque vie di fuga. Una,
situata al vertice opposto a quello in cui si trovava il maxischermo, era
aperta, altrettanto due strade lì vicino. Altre due vie invece erano ostruite
da transenne: barriera necessaria a evitare il ripetersi di attentati come
quello di Nizza ma che di fatto hanno impedito il deflusso della folla
terrorizzata dallo scoppio. Inoltre all’interno di spazi come le piazze
domenica 4 giugno 2017
Ancora morte a Londra
da: http://www.famigliacristiana.it/ -
di Annachiara Valle
Sei morti e 48 feriti è il bilancio
provvisorio degli attacchi terroristici a Londra. Tra i feriti alcuni cittadini
francesi. Non risultano italiani né fra le vittime, né fra i feriti. Da marzo è
la terza volta che la Gran Bretagna viene colpita. L'attacco arriva a
soli 4 giorni dalla elezioni anticipate. Un commando composto da 3 jihadisti
armati di coltelli e con falsi giubbotti esplosivi, poco dopo le dieci di sera
si è lanciato a tutta velocità, con un pulmino bianco, contro i pedoni del
London Bridge, per schiantarsi alla fine contro la barriera del ponte. A quel
punto i tre uomini, armati di coltelli, sono scesi inziando ad accoltellare
chiunque si trovasse vicino. Inseguiti dalla polizia sono stati uccisi in
momenti diversi nel corso della notte.
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