giovedì 29 agosto 2024

Il campetto Schlein-Renzi e…l’ultimo dei pirla

 


Pare che Calenda nel commentare l"avvicinamento" tra Schlein e il fanfarone Renzi abbia affermato: "pensavo di essere l"ultimo pirla che si era fidato di Renzi, non ero l'ultimo e questo mi rassicura dal punto di vista psicologico. L'unica cosa che mi sento di dire è in bocca al lupo a Schlein"

Orbene (si fa per dire).

Trovo veramente offensivo l'uso della parola "pirla". Parola universale, unica. Pure nella foresta Amazzonica conoscono il significato del termine "pirla", per quanto dubito che vi siano aborigeni di tale specie.

Che Calenda si definisca come tale è offensivo. Nei confronti del significato etimologico della parola. Calenda è sempre magnanimo e generoso nel definirsi.

Nel merito di questa affermazione, dissento su un'eventuale pirlaggine della Schlein attirata dall'obiettivo di creare il campetto stretto.

Calenda dimostra di non essere un pirla ma ben altro. Non capisce un caxxo di politica, nonostante la pratichi da anni.

La Schlein, attuale segretaria del partito dei morti viventi: il Pd, avrà pure una maggiore

Marco Travaglio: Labirintite da complotto

 

 


da: Il Fatto Quotidiano

Alessandro Ballusti non dava tante soddisfazioni da quando finì ai domiciliari in casa Santanchè per una delle sue leggendarie bufale e poi, siccome nessuno capiva (all’epoca) cos’avesse fatto di male la Santanchè per espiare una simile condanna per conto terzi, tentò la fuga sul pianerottolo e si beccò un processo per evasione in aggiunta a quello per diffamazione. Allora tentò il martirio: rifiutò di chiedere i servizi sociali per finire in galera e dimostrare che siamo il Paese del giustizialismo, ma non ci riuscì neppure impegnandosi allo spasimo e dimostrò che siamo il Paese di Pulcinella. Ora, dopo avere svelato una miriade di complotti contro B. (tutti falsi, tanto pagava B.), ne sfodera uno fresco fresco per indagare Arianna Meloni per colpire Giorgia Meloni per rovesciare il governo per favorire Renzi che al mercato Bin Salman comprò. Da quattro giorni farfuglia frasi prive di senso compiuto per dimostrare che è tutto vero in base a “riscontri” e “fonti autorevoli” su “indagini su Arianna” per traffico di influenze, anche se lui dice “di influenza” perché confonde il Codice penale col bugiardino dello Zerinol (a meno che Arianna, nel tempo libero, non spacci virus a borsanera).

Il guaio è che i complotti sono cose troppo serie per essere affidate a tipi come lui. A fine anno Crosetto lo bruciò sul tempo e denunciò un complotto autunno-inverno di fake news contro il governo. Sallusti, pensando di fare cosa gradita, sparò in prima pagina sul Giornale una fake news: “Inchiesta su Crosetto”. Crosetto, che evidentemente non ci teneva a

Marco Travaglio: Carletto mezzolitro



da: Il Fatto Quotidiano

Il Guardagingilli Carlo Nordio, per gli amici Mezzolitro, ce la mette tutta per dimostrare la tardività della sua legge sugli esami psicoattitudinali ai magistrati: infatti lo divenne persino lui. Ripete: “Ho fatto per 40 anni il pm”, senza offesa per quelli veri. Ora fra una sbornia e l’altra, fa pure il ministro della Giustizia. Un video lo immortala mentre trinca in masseria con Bruno Vespa e altri giureconsulti, con un tasso alcolemico che farebbe impazzire il palloncino e una lucidità che, al confronto, Biden è vigile. “Il vino – dice fiero – potrebbe essere un buon alibi per le eventuali sciocchezze che potessi dire”. Ma soprattutto per le schiforme che ha fatto e farà. Tipo quella che impone al giudice di avvisare cinque giorni prima chi vuole arrestare: così quello scappa o si nasconde, magari non sotto il letto come Bozzoli, sennò prima o poi lo beccano (ogni Paese ha i delinquenti e i ministri che merita).

Tra un bicchiere e uno shottino, Carletto Mezzolitro ripete i suoi classici: “Siamo tutti intercettati” e “Il vero mafioso non parla al telefono perché sa di essere intercettato”. E non s’accorge che si elidono a vicenda: se siamo tutti intercettati, lo è anche il falso mafioso e nessuno telefona più. Resta da spiegare perché Messina Denaro fosse sempre al telefono e sui social: non era un vero mafioso o non sapeva di esserlo? Siccome la doppia minchiata viene pronunciata a un’ora pericolosamente tarda della sera, il cosiddetto ministro precisa che lui beve per motivi strettamente storiografici: “Uno dei miei miti è Churchill, che beveva e fumava”. Quindi, se per diventare Churchill basta scolarsi tre fiaschi, non si capisce perché il ministro non sia Superciuk. Sfortuna che Nordio non s’ispira a Socrate, altrimenti a furia di cicute non l’avremmo più tra i piedi. E fortuna che non ama Baudelaire o Bob Marley, sennò governerebbe da San Patrignano.