lunedì 31 ottobre 2022

Reddito di cittadinanza: i requisiti base di una corretta gestione del sussidio

  


Qualsiasi discorso sul reddito di cittadinanza, che sia da parte di coloro che lo vogliono abolire o limitare o da parte di chi lo vuole mantenere, dimostra ancora una volta il dilettantismo, la disonestà, l’incapacità della classe politica di tutto l’arco costituzionale.

Premessa: non si può dare nessun tipo di sussidio, reddito, ecc..se non si è in grado di determinare e controllare sistematicamente chi ne abbia veramente diritto e chi no. Chi evade le tasse potrebbe rientrare tra i soggetti beneficiari di sussidi. Inaccettabile. Stesso dicasi per chi non rispetta le leggi, che vive di criminalità piccola o grande. Vale per qualsiasi tipo di sussidio, reddito, bonus. È disonesto – lo dimostrano i dati – che ci si focalizzi esclusivamente sul reddito di cittadinanza.   

Aggiungo alla premessa di cui sopra: di gente che ha solo voglia di guadagnare senza lavorare ce n’è parecchia (dipende anche dal lassismo familiare). E non solo al sud. Se volete vi presento alcune persone “nordiche” con poca voglia di lavorare. E non perché il salario sia da insulto.

Ciò premesso:

Punto 1: lo Stato dev’essere in grado di rilevare e controllare il reddito di ogni cittadino. Anche ficcando il naso nei suoi conti correnti. È ora di finirla con questa storia della privacy.  È un alibi per evitare di essere controllati. Quelli che lamentano il mancato rispetto della privacy sono quasi sempre coloro che non sanno – o fingono di non sapere – che ogni volta che accendono il loro cellulare sono “pedinati” in ogni momento della navigazione in internet. Quelli che dicono: “non voglio che lo Stato sappia come uso i miei soldi” non sanno o fingono di non sapere che ogni volta che si accende un cellulare e si naviga c’è “chi sa” cosa guardiamo, cosa acquistiamo. Siamo controllati, monitorati, seguiti per motivi di marketing. E non solo.

domenica 30 ottobre 2022

Alda Merini: E poi fate l’amore

 


E poi fate l’amore.

Niente sesso, solo amore.

E con questo intendo

i baci lenti sulla bocca,

sul collo,

sulla pancia,

sulla schiena,

i morsi sulle labbra,

le mani intrecciate,

e occhi dentro occhi.

Il “trionfo” di Meloni non esiste, ma fa comodo ai dirigenti del PD

 


da: https://www.glistatigenerali.com/ - di Andrea Enrici

La mattina del 26 settembre tutti i giornali raccontavano il trionfo di Giorgia Meloni. Eppure, dati alla mano, la destra guidata dalla neoeletta Presidente del consiglio non ha trionfato. Al contrario; la coalizione ha perso 100 mila voti rispetto alle precedenti elezioni del 2018. Il trionfo di Giorgia Meloni, in realtà, è la catastrofe di Enrico Letta e dei dirigenti democratici che, però, preferiscono assecondare la narrazione secondo cui Meloni ha stravinto le elezioni per non dover rispondere dei propri errori.

Nessuno sembra essersene accorto, tutti impegnati a raccontare la storia della prima donna Presidente del Consiglio più a destra dai tempi di Benito Mussolini. I numeri, però, raccontano che i 12 milioni 300 mila voti raccolti dalla destra il 25 settembre sono il secondo peggior risultato raggiunto dalla coalizione sin dalla fatidica discesa in campo di Berlusconi nel 1994. Peggio di oggi fece soltanto l’alleanza PdL-LN-FdI nel 2013, fermandosi sotto i 10 milioni di voti. Nel 2018, la coalizione a trazione salviniana tra FI, FdI, Lega, e “Noi con l’Italia”, col suo al 37,00%, superava i 12 milioni 410 mila voti. Ancora meglio fece il Cavaliere prima di portare l’Italia sull’orlo della bancarotta nel 2011 con Tremonti e Bossi:

- 16 milioni 585 mila voti (42,84%) all’esordio del 1994 (Polo delle Libertà al nord con la Lega Nord, e Polo del Buon Governo con Alleanza Nazionale nel centro-sud)

sabato 29 ottobre 2022

Marco Travaglio: I Senzafaccia

 


da: Il Fatto Quotidiano

Il segreto del secondo e del terzo mestiere più antichi del mondo – la politica e il giornalismo – è non avere una faccia. Così puoi dire di tutto senza perderla. E, se uno ti rinfaccia un voltafaccia per sputarti in faccia, puoi ridergli in faccia: “Faccia? Quale faccia?”.

Meloni vuole alzare il tetto del contante per favorire i poveri: perderanno i 500 euro al mese di Reddito, ma potranno girare col rotolo di 5.000 euro legati con l’elastico. Sono soddisfazioni.

Il ministro FdI Luca Ciriani spiega alla Stampa: “Intanto c’è una questione di privacy: ognuno deve poter spendere i soldi come crede”. Non capisce che il tetto al contante riguarda come paghi, non come spendi. E la privacy non tutela chi compra droga, bazooka, prostitute, favori illeciti. “Le mafie e i grandi gruppi non sono spaventati dal tetto ai contanti”. Se è per questo, neppure da Fiamme Gialle, tribunali, carceri e Codice penale: aboliamo anche quelli?

Lucio Malan, deputato FdI, twitta giulivo: “Se paghi in nero non hai alcun limite”. Gli risponde G. De Nada: “Sì, se paghi in nero hai un limite: che devi pagare in contanti. Per questo ci sono dei limiti al contante: per limitare i pagamenti in nero. Cos’è che non hai capito esattamente?”. Malan sottosegretario, come minimo.

venerdì 28 ottobre 2022

Milena Gabanelli: Tetto al contante? Tracciare i pagamenti è un dovere contro gli illeciti

 


da: https://www.corriere.it/

Sono anni che cerco controindicazioni al limite ragionevole di utilizzo del contante, ma non ne ho mai trovata una. Il ministro Salvini invece ne trova molte, visto che propone di alzare il tetto da 2.000 euro a 10.000, e allora gli chiedo: «Per chi è vantaggioso girare con 10.000 euro in tasca?». Sicuramente per gli spacciatori, per chi paga tangenti, per chi lavora in nero (che può anche accedere a tutti i benefici e aiuti previsti per gli indigenti, incluso il reddito di cittadinanza).

Dai dati dell’Ocse, Unione Europea, Tax Research emerge che siamo un Paese molto corrotto, e tutte le inchieste legate al mondo degli appalti dimostrano che le tangenti si pagano in contanti. Non solo: di cash vive lo spaccio di droga, il contrabbando di petrolio, di merce contraffatta. Scoraggiarne l’uso, a favore dei pagamenti tracciabili è un dovere perché si contrastano le attività illecite. È un dovere perché contribuisce a ridurre l’illegalità nel mondo del lavoro. È un dovere perché rende più complicata la vita agli evasori. Vale la pena rinfrescare le tabelle Istat pubblicate nel 2021 sull’economia sommersa: 183 miliardi. Un’economia composta da 3,5 milioni di lavoratori irregolari e «a nero», cioè lavoratori pagati in contanti. Questo significa zero entrate fiscali e zero contributi versati. E coinvolge un’infinità di settori: dall’edilizia alla sanità, dal commercio all’ingrosso alla ristorazione, alla logistica. A questo si aggiungono centinaia di attività che vanno dall’avvocato al medico, dall’estetista al parrucchiere, dal libero professionista all’idraulico, che incassano le prestazioni in contanti e su cui non pagano tasse.

Roberto Scarpinato: “La premier disinformata, su via D’Amelio sbaglia”

 


da: La Stampa – di Francesco Grignetti

Il senatore M5S: “Il depistaggio su Borsellino l’ho smascherato io”

È stato lo scambio polemico più rovente, al Senato, quello tra Giorgia Meloni e Roberto Scarpinato, ex magistrato palermitano, punta di diamante del nuovo corso grillino. Lei l’ha liquidato con toni sprezzanti, facendo riferimento ai «teoremi» che sarebbero stati alla base del suo intervento e prima della sua carriera di pubblico ministero. Lui, il giorno dopo, si sente ancora indignato. «Ho fatto riferimento ad alcuni fatti documentati in sentenze, le stragi neofasciste, le figure di Rauti e Maletti. Non è stata in grado di rispondermi».

Una cosa veniva fuori chiara, dal suo intervento: un filo nero attraversa la storia della Repubblica.

«Mi sono attenuto alle sentenze passate in giudicato, niente di opinabile. Ho citato stragi accertate del neofascismo: piazza Fontana, Brescia, la bomba a mano alla questura di Milano, Peteano. Portano la firma di Ordine Nuovo. E Pino Rauti era l’ideologo di Ordine Nuovo. Perché non mi ha risposto sui fatti? Con una sola frase, poi, ha fatto un doppio errore: mi ha definito giudice quando sono sempre stato un pubblico ministero; mi ha addebitato il depistaggio su via D’Amelio, quando l’ho smascherato io. È disinformata. Ma la cosa grave è che la maggioranza al Senato l’ha applaudita. Non leggono le sentenze, non conoscono nemmeno i fatti più elementari».

Marco Travaglio: Balle in maschera

 


da: Il Fatto Quotidiano

Pensiamo anche noi, come i nuovi innamorati di Giorgia, ma soprattutto come i fratelli Caponi, che la giovanotta è studente che studia, si deve prendere una laura e deve tenere la testa al solito posto, cioè sul collo. Ma, dopo la sua replica in Senato sul “tetto ai contanti che penalizza i più poveri” e sul discorso di Roberto Scarpinato, ci piacerebbe conoscerne gli insegnanti e i testi: perché forse il problema è tutto lì.

Altro che Istruzione e Merito. Fra i tanti problemi dei poveri, non ci era mai venuto in mente il tetto ai contanti, che Monti portò a 1.000 euro, Renzi a 3mila, Conte a mille, Draghi a 2mila e ora la destra vuol alzare fra i 3mila e i 10mila. Anche perché i 5 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 10 mila euro l’anno difficilmente se li portano tutti in saccoccia. E i poveri ancor più poveri che non lavorano e non guadagnano neppure quelli possono permettersi il lusso di ignorare il tetto, perché non rischiano di sforarlo per mancanza di contanti. A meno che non si mettano a spacciare droga, o a chiedere il pizzo nei negozi, o a fare gli spalloni, o a rubare nelle case, o a svaligiare banche, nel qual caso non sarebbero più poveri. Quindi attendiamo con ansia che Meloni o i suoi docenti ci presentino un povero che gira con un rotolo di 3 o 10mila euro in tasca.

Scarpinato, ex Pg di Palermo e ora senatore M5S, elenca una serie di fatti accertati in sentenze definitive sui rapporti fra il neofascismo e le stragi e fra il duo B.-Dell’Utri e la mafia. Meloni consulta i suoi prof. e/o i suoi testi, poi definisce Scarpinato “persona che giudicava gli imputati in tribunale” e il suo discorso “emblematico dei teoremi con cui parte della magistratura ha costruito processi fallimentari, a cominciare dal depistaggio sulla strage di via D’Amelio”.

Ne avesse azzeccata una. 1) Scarpinato è sempre stato pm o pg: mai giudicato

Marco Mengoni: Ma stasera

 

Marco Mengoni: Mi Fiderò (Official Video) ft. Madame

 

mercoledì 26 ottobre 2022

Marco Travaglio: Con che facce

 


da: Il Fatto Quotidiano

Scusandoci con i merlettai che discettano sull’articolo “il” e si stupiscono se una premier di destra dice e fa cose di destra, proviamo a concentrarci su dettagliucci più trascurabili.

Caro-bollette. Non è una sorpresa dell’ultima ora: è iniziato un anno fa ed esploso con la guerra e le autosanzioni. Giorgia Meloni quando l’ha scoperto, visto che solo ora si dice costretta a rinviare le promesse di agosto e settembre? Perché, in 70 minuti di discorso, non dice nulla di preciso su cosa farà sulla prima emergenza? Cingolani non l’ha risolta, l’ha aggravata: sbagliava lei a fargli l’opposizione o sbaglia lei a volerlo suo consulente sull’energia?

Pace e tregua. Possibile che le sole citazioni della pace e della tregua nel discorso di Meloni siano riferite al condono fiscale per non chiamarlo col suo nome?

Povertà. Ha mai chiesto a un povero se condivide gli slogan, tipo “la povertà non è mancanza di soldi” e “il Reddito di cittadinanza è una sconfitta”? Se lo facesse, si sentirebbe rispondere che è una sconfitta solo per chi lo perde.

Clientelismo. Se Meloni accusa i 5Stelle di aver introdotto il Rdc (che esiste in tutta Europa) “per fare cassa elettorale” tra i poveri, come definirebbe chi promette e poi fa condoni fiscali (che esistono solo da noi) per fare cassa elettorale fra i delinquenti?

Giorgia Meloni, una conferma: partite IVA, continuate ad evadere…

 

Stefano Feltri ha sbagliato titolo al suo articolo. Giorgia Meloni non promette evasione per tutti ma solo per chi ha una partita IVA. A lavoratori dipendenti e pensionati, coloro le cui tasse sono prelevate alla fonte, LA presidente Giorgia Meloni riserverà il trattamento tipico del centro-destra, o destra-centro, o desta-destra: metterlo nel culo. C’è chi paga sempre, anche se non riesce ad arrivare a fine mese. C’è chi evade ed è garantito dalla Meloni: può continuare ad evadere. 

L’evasione fiscale è l’ideologia di Meloni-Salvini-Berlusconi. In questo, sono una coalizione unita 


Stefano Feltri: Giorgia Meloni promette più evasione per tutti e non sa di che cosa parla

 


da: Domani

Giorgia Meloni promette più evasione fiscale per tutti, e già sarebbe grave. Ma ancora più grave è che lei e chi le scrive i discorsi non hanno la più pallida idea di cosa parlano.  

Nel suo primo discorso da presidente del Consiglio, Meloni annuncia «una serrata lotta all’evasione fiscale» fondata su una rivoluzione di approccio: «Una modifica dei criteri di valutazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che vogliamo ancorare agli importi effettivamente incassati e non alle semplici contestazioni, come incredibilmente avvenuto finora». Sembra una idea di buon senso, infatti è già stata applicata dieci anni fa. Ogni anno il ministero dell’Economia e l’Agenzia delle entrate firmano una convenzione che fissa i parametri del servizio e le modalità di intervento. Dalla convenzione del 2009-2011 non è più presente l’indicatore della “maggior imposta accertata”, quello che nella visione di Meloni potrebbe dare l’incentivo all’Agenzia a contestare quante più somme possibili senza preoccuparsi poi che si possano davvero riscuotere, con massimo fastidio per il contribuente e minimo introito per lo stato.

La cosa bizzarra è che è stato proprio l’unico governo di cui Giorgia Meloni abbia fatto parte, quello Berlusconi 2008-2011, a introdurre la riforma: quindi la premier dovrebbe ricordarsela anche senza averla studiata appositamente.

Giorgia Meloni dixit…

 


26 ottobre 2022, da discorso alla Camera dei deputati delLA presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Il tentativo di delegittimare l’avversario alla fine ha finito per indebolire tutta la politica”.

Giorgia Meloni, ospite a ‘L’aria che tira’ il 5 marzo 2020, in piena emergenza Covid dava a Giuseppe Conte del “criminale”.

Sarà più giovane dei carampani del suo governo, ma difetta di memoria e…di coerenza.