Qualsiasi discorso sul reddito di cittadinanza, che sia da parte di coloro che lo vogliono abolire o limitare o da parte di chi lo vuole mantenere, dimostra ancora una volta il dilettantismo, la disonestà, l’incapacità della classe politica di tutto l’arco costituzionale.
Premessa: non si può dare nessun tipo di sussidio, reddito, ecc..se non si è in grado di determinare e controllare sistematicamente chi ne abbia veramente diritto e chi no. Chi evade le tasse potrebbe rientrare tra i soggetti beneficiari di sussidi. Inaccettabile. Stesso dicasi per chi non rispetta le leggi, che vive di criminalità piccola o grande. Vale per qualsiasi tipo di sussidio, reddito, bonus. È disonesto – lo dimostrano i dati – che ci si focalizzi esclusivamente sul reddito di cittadinanza.
Aggiungo alla premessa di cui sopra: di gente che ha solo voglia di guadagnare senza lavorare ce n’è parecchia (dipende anche dal lassismo familiare). E non solo al sud. Se volete vi presento alcune persone “nordiche” con poca voglia di lavorare. E non perché il salario sia da insulto.
Ciò premesso:
Punto 1: lo Stato dev’essere in grado di rilevare e controllare il reddito di ogni cittadino. Anche ficcando il naso nei suoi conti correnti. È ora di finirla con questa storia della privacy. È un alibi per evitare di essere controllati. Quelli che lamentano il mancato rispetto della privacy sono quasi sempre coloro che non sanno – o fingono di non sapere – che ogni volta che accendono il loro cellulare sono “pedinati” in ogni momento della navigazione in internet. Quelli che dicono: “non voglio che lo Stato sappia come uso i miei soldi” non sanno o fingono di non sapere che ogni volta che si accende un cellulare e si naviga c’è “chi sa” cosa guardiamo, cosa acquistiamo. Siamo controllati, monitorati, seguiti per motivi di marketing. E non solo.