lunedì 5 settembre 2022

Che diamo, che lasciamo ai giovani

 

 

Illustri analisti, pensatori, intellettuali, persone serie e perbene, ragionevoli, ecc..ecc..sostengono che in questo paese non si pensa ai giovani. È un paese fatto per garantire gli adulti. Sostengono che non si possa continuare a sforare deficit, ad aumentare il debito pubblico che finisce sulle spalle dei figli, dei nipoti, dei nipoti dei nipoti.

Tutto vero. Tutto sensato e ragionevole.

Peccato però..

Peccato però che molti di questi insigni sensati non abbiamo educato i loro figli a fare un passo alla volta, a guadagnarsi le “cose” che vogliono. Non gli abbiano insegnato anche quelle cosucce banali che i miei mi ripetevano: quando passi da una stanza all’altra (non sono cresciuta in un castello ma manco in un monolocale) spegni la luce. Trovate banale questa cosuccia? Io, no. È significativa. È solo una delle tante “banalità” con cui sono cresciuta. Il concetto di risparmio nasce anche da queste piccole cose. E vale sempre. Non solo quando si attraversa una crisi economica.

Peccato che questi sensati non aggiungano buon senso ad altro buon senso. Come quello che dovrebbe indurci a spiegare ai nostri figli e pure nipoti che si può anche rimandare, rinunciare a qualcosa. Che la vita non è “avere” ma “essere” (leggere Erich Fromm). Che è un percorso. Un sali-scendi. Rientra il tutto in quella robetta che si chiama educazione. Il buon senso senza educazione a che serve?

A parte coloro che già stanno facendo i conti con la crisi, c’è chi ancora non ha capito che stiamo entrando – se non ci siamo già – nella decrescita infelice. Per mia fortuna mi hanno cresciuto ed educato con concetti ormai considerati obsoleti. Sono attrezzata. Certo. Pure incazzata. Ma attrezzata mentalmente perché educata in un certo modo.

L’eredità che lasciamo alle giovani generazioni non può essere di debito pubblico ma neppure di assenza di educazione mascherata da libertà. Libertà che spesso neppure ci chiedono. Ci chiedono presenza. Non solo fisica. Tempo e modo di vivere con loro. Ci chiedono spiegazioni, confronti. Fanno domande e dobbiamo dare risposte credibili. Si aspettano dei “no”. Purchè motivati.

Se è assolutamente vero che dobbiamo pretendere dalla politica idee, progetti, soluzioni concrete, ciò non ci esime dal fare la nostra parte. Più la faremo, se certo non ci risolverà il problema di come arrivare a fine mese – che prescinde da ogni tipo di educazione – ci aiuterà a essere adulti consapevoli e utili a giovani consapevoli e in grado di affrontare un percorso di vita.

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