domenica 23 agosto 2020

Covid-19, Lombardia: regalo di Gallera i privati


da: Il Fatto Quotidiano - di Andrea Sparaciari

Contrordine compagni. I tamponi vanno fatti a tutti i passeggeri provenienti dai quattro Paesi a rischio (Spagna, Grecia, Croazia e Malta) che atterrano negli scali lombardi. Siano essi stranieri, residenti in Lombardia o altrove. E poi, gazebo e drive-in attivi anche negli scali di Linate e Orio al Serio (Bergamo). Con un doppio carpiato, nella notte tra giovedì e venerdì scorso l’assessore al Welfare lombardo Giulio Gallera ha sconfessato il piano illustrato solo poche ore prima dal suo direttore generale, Marco Trivelli. In effetti la politica della “due misure” (che escludeva dagli esami in aeroporto i non lombardi) ore aveva attirato sul Pirellone uno tsunami di critiche. Impietoso il confronto con lo scalo romano di Fiumicino dove da giorni si fanno i test rapidi a tutti i passeggeri, indipendentemente dalla residenza.

Così, Gallera è corso ai ripari. E per ribaltare quel piano ha chiamato in aiuto il Gruppo San Donato, numero uno della sanità privata lombarda che ha in mano il Policlinico San Donato, il San Raffaele e decine di strutture nella regione: saranno loro a farsi carico dei tamponi per i passeggeri in arrivo a Linate e Orio al Serio dai Paesi considerati a rischio.

Come è noto, la famiglia Rotelli ha insediato ai vertici del Gruppo l’ex ministro Angelino Alfano e l’ex presidente lombardo Roberto Maroni. Non sarà un favore gratuito, naturalmente: il Pirellone, infatti, rimborserà al gruppo privato 62,89 euro

per ogni tampone effettuato. La cifra, non dichiarata da Gallera, è contenuta nella delibera regionale 3132 del 12 maggio scorso, scaduta il 31 luglio e quindi prorogata il 5 agosto scorso, a Regione già semi-deserta. Un costo inferiore a quello praticato dal Gruppo ai privati, 92 euro, tuttavia, se si considera che solo a Linate arriveranno tra i 500 e i 700 passeggeri al giorno e si aggiungono quelli di Orio al Serio, l’importo finale non sarà certo leggero per le casse pubbliche.

“Pensiamo che circa il 50% delle persone si sottoporrà al tampone (a Linate, n d r), noi puntiamo al 100% – ha spiegato ieri l’ad del Gruppo San Donato, Francesco Galli –. I tamponi vengono fatti a tutti, non ci sono priorità, basta mettersi in coda. Chi non fa il tampone in aeroporto può farlo, prenotandosi a un apposito numero, ai Drive Through del Gruppo San Donato, rimanendo in auto. A Bergamo, invece, da domai (oggi, ndr) sarà attivo un altro drive-in nei pressi dell’ospedale della Fiera”.

A Bergamo si vivrà così il paradosso di una struttura costruita da volontari (gli alpini) durante l’emergenza Covid, oggi gestita dall’ospedale Giovanni XXIII, che sarà utilizzata da un gruppo privato per effettuare un servizio pubblico. Eppure da mesi lo stesso Giovanni XXIII offre un servizio di tamponi drive-in che garantisce 100 test al giorno e, assicurano dalla struttura, potrebbe essere incrementato. Tuttavia l’intervento del Gruppo San Donato non ha risolto tutti i problemi: oltre due terzi delle richieste di tamponi arrivate all’Ats di Milano rimangono tutt’oggi inevase, come ha confermato ieri il Dg della Ats Milano, Walter Bergamaschi: “In una settimana si sono registrate oltre 20 mila persone residenti nel nostro territorio” e di queste solo “6 mila richieste sono state evase”.

Quindi 14 mila passeggeri non testati circolano sul territorio dal 12 agosto, giorno in cui è stata emessa l’ordinanza dal ministero della Salute. Un vero azzardo, considerando che il tasso di positività tra i provenienti dai paesi a rischio si aggira tra il 3,8 e il 4%.

Alla luce di tutto ciò sono più che comprensibili le critiche mosse da sindacati e opposizioni. La Funzione Pubblica Cgil ha parlato di “umiliazione della sanità pubblica” e di ennesimo regalo a quella privata. Il consigliere Pd Pietro Bussolati sottolinea che “mentre nel Lazio si punta su un’importante struttura pubblica come l’ospedale Spallanzani per fare i test, in Lombardia, ci si rivolge ai privati. Una scelta inspiegabile della quale chiederemo conto a Gallera”. Pesantissimo il giudizio del collega Marco Fumagalli (M5s): “Mentre il Governo mette a disposizione 80 milioni per assumere il personale sanitario in Lombardia, la Regione incapace di organizzare dei presidi presso gli aeroporti, si affida alle strutture del Gruppo San Donato. Anziché utilizzare i medici delle Usca (Unità Speciali di Continuità Assistenziale) o assumere il personale precario (i dipendenti del San Donato sono in gran parte precari), preferisce esternalizzare. Così si rimpingua il bilancio degli amici e si perpetua lo scambio elettorale”. 

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