lunedì 9 settembre 2024

Eurofi, la megalobby che scrive le riforme finanziarie della Ue

 


da: Il Fatto Quotidiano – di Nicola Borzi

Che Bruxelles sia una delle capitali del lobbismo globale è noto da tempo. Al 18 agosto, i professionisti incaricati di rappresentare gli interessi di terzi (vulgo lobbisti), ufficialmente iscritti al registro di trasparenza dell’Unione Europea erano 12.849, in rappresentanza di 12.883 portatori di interessi: 8.610 tutelano associazioni di settore, 3.721 sono Ong prive (almeno ufficialmente) di interessi commerciali, i restanti 551 lavorano su mandato della lientela. Poco meno di 3.500 sono belgi, quasi 1.830 tedeschi, 1.300 circa francesi, gli italiani sono 807.

Un bar di guerre stellari nel quale personaggi di ogni risma fanno a sportellate per agganciare e influenzare i legislatori e i membri della Commissione, in un turbinio di interessi in conflitto: da chi tutela l’ambiente e il clima a chi “spinge” le fonti fossili, dai paladini dell’industria della Difesa alle Ong per il rispetto dei diritti umani.

Non tutti hanno lo stesso peso, non tutti dispongono degli stessi soldi, non tutti hanno alle spalle interessi trasparenti: il Qatargate insegna. Adesso però – e la coincidenza di tempi con le recenti elezioni europee e il rinnovo della Commissione non è casuale – la testata online Politico ha scoperto un opaco, sedicente “think tank” che offre alle aziende l’accesso ai politici e alle autorità di regolamentazione finanziaria della Ue. Il gruppo di pressione è specializzato nella