venerdì 13 luglio 2012

Tempo di relax



Il blog si prende una lunga pausa

Un augurio di buone vacanze a chi può ancora permettersele, buon rientro a chi ritorna alla vita quotidiana..
Ci si ripiglia dal 3 settembre

Herman Hesse: Eleanor


Le sere d'autunno mi ricordano te
I boschi giacciono bui, il giorno si scolora
ai bordi dei colli in rosse aureole.
In un casolare vicino piange un bimbo.
Il vento se ne va a passi tardi
attraverso i tronchi a raccogliere le ultime foglie.
Poi sale, abituata ormai da lungo ai torbidi sguardi,
l'estranea solitaria falce di luna
con la sua mezza luce da terre sconosciute.
Se ne va fredda, indifferente, per il suo sentiero.
La sua luce avvolge il bosco, il canneto, lo stagno
e il sentiero con pallido alone melanconico.
Anche d' inverno in notti senza luce
quando alle finestre vorticano danze di fiocchi
e il vento tempestoso, ho spesso l' impressione di guardarti.
Il piano intona con forza ingannevole
e la tua profonda e cupa voce di contralto
mi parla al cuore. Tu la più crudele delle belle donne.
La mia mano afferra alle volte la lampada
e la sua luce tenue posa sulla larga parete.
Dalla antica cornice la tua immagine oscura guarda
mi conosce bene e mi sorride, stranamente.
Ma io ti bacio mani e capelli
e sussurro il tuo nome

The Clash: ‘Revolution Rock’

Josè Odoardo Perez e Adelaide




Rai: Anna Maria Tarantola è presidente


da: Adnkronos

Rai, Vigilanza dice sì a Tarantola ''Mio mandato con indipendenza''

La commissione di Vigilanza ha votato a favore di Anna Maria Tarantola, dando la ratifica parlamentare alla sua nomina a presidente della Rai. Per completare il percorso manca ora solo la presa d'atto in cda della ratifica venuta dalla Vigilanza, dove sono stati 31 i voti favorevoli, sei i commissari assenti, due le schede bianche ed una nulla.
"Nell'affrontare questo impegnativo e delicato incarico ho ben presente la speciale natura dell'azienda Rai che le viene dall'essere anche servizio pubblico, condizione questa che richiede una particolare cura alla qualità del prodotto, alle competenze, alla cultura. Intendo esercitare tale mandato con equilibrio, indipendenza e trasparenza" sono state le prime parole di Tarantola da presidente della Rai.
Nell'assumere l'incarico, dice in una nota, "desidero anzitutto ringraziare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, per le espressioni di stima e incoraggiamento che ha ritenuto di rivolgermi. Ringrazio il Presidente del Consiglio Monti, i Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, il Consiglio di Amministrazione della RAI e i componenti della Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e il suo Presidente Zavoli, per la fiducia accordatami".

Il “ritorno” del candidato Silvio Berlusconi: parte del merito è di Monti


da: Lettera 43

Se il Cav torna in pista è anche colpa di Monti
Perché le fredde scelte di politica economica del governo hanno aperto la strada al rientro di Berlusconi.
di Paolo Madron

A sentire i sondaggi un terzo degli italiani ha accolto con grida di giubilo la notizia della ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi.
Un altro terzo ha pubblicamente finto di indignarsi, ma in privato si è fregata le mani: il Cav è uno che allunga la vita degli avversari, rimasti orfani dopo l’addio a Palazzo Chigi del loro antagonista principe.
Il terzo che rimane ha reagito con un misto di stupore e sconforto, come si riproponesse l'incubo da cui era appena uscito. E ha cercato di esorcizzarlo buttandola sul ridire.
UNICO LEADER DEL CENTRO DESTRA. Ma la faccenda invece è seria. Nonostante ne abbia combinate più di Bertoldo, i sondaggi dicono che Berlusconi ha mantenuto intatta la sua presa evocativa sul popolo di centro destra.
Per quanto abbia cercato (o finto di cercare) qualcuno cui passare il testimone, la sua leadership è ancora indiscussa.
Tant'è che, al solo sentore di un suo possibile ritorno, i notabili del Pdl si sono subito allineati. A cominciare da Angelino Alfano, erede designato ma in più occasioni sconfessato dal capo, che gli rinfaccia la mancanza di carisma.
LA VOGLIA DI RISCOSSA DEL PDL. A nessuno di loro vien da riflettere sul fatto che

lunedì 9 luglio 2012

Noemi, ‘The Brave – Ribelle’: interviste tg e assaggi dei brani


Dal canale di Emtonyas

Noemi in The Brave - Ribelle - Tg2, Tg1 e Tg5 - Interviste e piccoli brani delle canzoni

Agenzie di rating: errare è umano, perseverare è…Moody’s, S&P, Fitch


da: Lettera 43

S&P, l'errore è un vizio
Da Enron alla Grecia, i flop delle agenzie di rating.

La pubblicazione della serie di email interne a Standard and Poor’s con cui venne deciso il discusso downgrading dell’Italia nell’estate del 2011 (poi reiterato a gennaio) ha riaperto il vaso di pandora delle agenzie di rating.
Le chiamano le Big Three, le tre grandi: dalle valutazione di Moody's, S&P e Fitch passano infatti i destini dell’economia mondiale, perché il loro compito è, sulla carta, quello di analisi e di vigilanza dei mercati.
ACCUSE DI GIUDIZI DISINVOLTI. Negli ultimi mesi, però, il loro ruolo è sempre più discusso. E, prima ancora che l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma), decidesse di aprire un’indagine sul declassamento di 15 istituti di credito europei avvenuto a giugno, da tempo c’è chi le accusa di operare come burattinai occulti. O quantomeno di essere un po’ troppo disinvolte nei propri giudizi.
Come hanno dimostrato, prima ancora che gli scandali recenti, parecchie valutazioni erronee del passato.
Lungi dall’essere organi infallibili, nel corso degli anni le tre grandi hanno infatti collezionato errori e gaffe spettacolari.

Nell'ottobre 2001 il fallimento sul crollo di Enron

La fallibilità delle agenzie risultò palese nell’ottobre 2001 quando crollò la multinazionale americana dell’energia Enron, lasciando dietro di sé un buco finanziario stimato attorno a 10 miliardi di dollari.
Fino a quattro giorni prima del collasso le agenzie valutavano i titoli dell’impero energetico ancora «investment grade», cioè investimenti a

G8, mattanza caserma Diaz, sentenza della Cassazione: De Gennaro “solidale con la polizia”


da: Lettera 43

«Diaz, solidale con la polizia»

Nel coro di commenti post-sentenza mancava la sua voce. 
Un silenzio rumoroso quello dell'ex capo della polizia ai tempi del G8 di Genova, Gianni De Gennaro.
Che l'8 luglio ha voluto parlare della decisione della Cassazione di confermare le condanne per agenti e funzionari di polizia responsabili della mattanza dentro la scuola Diaz la sera del 21 luglio 2001.
La nota diffusa ha parlato di «umana solidarietà per quei funzionari di cui personalmente conosco il valore professionale e che tanto hanno contribuito ai successi dello Stato democratico nella lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata».
«DOLORE NELL'ANIMO». Anche un pensiero alla vittime, certo: «Resta nel mio animo un profondo dolore per tutti coloro che a Genova hanno subito torti e violenze».
«RISPETTO PER LE SENTENZE». Nel 2012, 11 anni dopo, il vertice della polizia è stato decapitato dopo l'interdizione dei responsabili dai pubblici uffici: «Le sentenze della magistratura devono essere rispettate ed eseguite, sia quando condannano, sia quando assolvono. In seguito alle decisioni per i gravi fatti di Genova, le competenti Autorità hanno puntualmente adempiuto a tale dovere, operando con tempestività ed efficacia», ha detto De Gennaro.
«ISPIRATO DALLA COSTITUZIONE». Niente scuse però, come invece ha fatto l'attuale numero uno della polizia, Antonio Manganelli, che ha chiesto perdono pubblicamente.
«Per quanto mi riguarda ho sempre ispirato la mia condotta e le mie decisioni a

Libia, elezioni: in testa i moderati


da: TMNews

Moderati in testa in Libia, ma Jibril chiede unità nazionale

Gli islamici inseguono, sarebbe la prima volta che vengono sconfitti nei Paesi della Primavera araba


La Libia attende per oggi i risultati parziali delle prime elezioni libere nel Paese, che potrebbero dare la vittoria ai moderati. Se le prime indiscrezioni fossero confermate, la Libia diventerebbe così il primo paese della Primavera araba a vedere sconfitti gli islamici alle urne. L'Alleanza delle Forze nazionali, secondo "i rapporti preliminari in suo possesso", sarebbe "in testa nella maggior parte delle circoscrizioni elettorali". Il suo leader, Mahmoud Jibril, ha però deciso di lanciare "un appello sincero per il dialogo nazionale, in vista dell'unità sotto una sola bandiera, di un consenso sulla base del quale redigere la Costituzione e formare il nuovo governo".

"Nelle elezioni di sabato non ci sono stati né vincitori né vinti. La Libia è l'unica vincitrice di queste elezioni", ha dichiarato l'ex primo ministro del Consiglio nazionale di transizione, che ha parlato in conferenza stampa dagli uffici della sua Alleanza.

D'altra parte, il leader del principale partito islamico di Giustizia e Costruzione (guidato dai Fratelli Musulmani), Mohamed Sawan, ha riconosciuto "un netto vantaggio" dei moderati a Tripoli e Bengasi. Il partito Al Watan, guidato da Abdel Hakim Belhaj, l'ex leader del Gruppo Combattente dei Libici Islamici (Lifg), sembrerebbe invece escluso dalle prime posizioni. L'affluenza alle urne è stata del 62%, secondo la Commissione elettorale.

Intanto è arrivato il plauso di unione Europea e Stati uniti, che hanno salutato le elezioni "storiche" di sabato. Il presidente Barack Obama ha espresso le sue congratulazioni al popolo libico per "la nuova tappa importante della loro straordinaria transizione verso la democrazia". Il segretario generale delle Nazioni unite, Ban Ki-moon, ha chiesto ai nuovi dirigenti libici di governare con spirito di "giustizia e riconciliazione". "L'affluenza al voto, soprattutto delle donne, è un segnale importante", ha commentato su Twitter il ministro degli Esteri Giulio Terzi.

IMU: raccolti dalle tasche degli italiani (onesti) 9,5 miliardi


da: Lettera 43

Imu, scongiurato l'aumento

Buone notizie dal ministero dell'Economia: l'aumento delle aliquote Imu, che il governo poteva ritoccare entro dicembre, è stato scongiurato.
Lo ha annunciato il sottosegretario Vieri Ceriani, spiegando che le aliquote «restano quelle che sono, non c'è nessuna necessità di intervenire».
La decisione è dovuta all'obiettivo centrato per il gettito Imu, che a giugno si è attestato a 9,5 miliardi.
Come comunicato dal Mef, risultano aver versato circa 23,8 milioni di contribuenti su una platea di 25,5 milioni. L'importo medio dei versamenti è stato di circa 400 euro. Per fine anno ad aliquote costanti l'incasso è previsto di 20 miliardi.
I contribuenti che hanno versato l'Imu sulla prima casa sono stati circa 16 milioni, con un importo medio di versamento di 100 euro. Solo il 5,5% dei contribuenti (877.000) ha optato per le due rate di versamento per un importo totale pari a 91,2 milioni. L'Imu sugli altri immobili è stata pari a 7,9 mld; 15,7 mln dai fabbricati rurali.
«PREVALSO SENSO DI RESPONSABILITÀ». «Pur in presenza di una congiuntura fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie registra, per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011, una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all'analogo periodo dello scorso anno», ha spiegato il Mef in una nota.
E Vieri Ceriani ha aggiunto: «Nonostante le critiche e gli inviti di qualcuno alla disobbedienza, è prevalso il senso della responsabilità. Milioni di contribuenti hanno fatto quello che dovevano fare.

venerdì 6 luglio 2012

Serie tv, Rex: Francesco Arca, scelta "appropriata”


Francesco Arca, ex tronista – nonché ex fidanzato di Laura Chiatti – sarà il nuovo protagonista della serie televisiva ‘Rex’.
Scelta che pare appropriata. Considerando che Arca “recita” come un cane.
Oddio. Ci sono cani che, al contrario di Arca, recitano benissimo.
Rex e Rin Tin Tin, ad esempio.



Serie tv e vita reale: Dylan McDermott e la sua ‘American Horror Story’



Dylan McDermott affronta la sua ‘American Horror Story’
E' diventato famoso interpretando un padre di famiglia immerso fino al collo nell'orrore di una casa stregata. Ma anche nella sua vita c'era una casa dell'orrore, quella che ha visto morire uccisa da un colpo di pistola la madre, quando lui aveva solo 5 anni. Un caso ora riaperto e risolto

Una storia tragica che risale al febbraio del 1967, quando a soli cinque anni, l’attore Dylan McDermott, oggi cinquantenne, rimase orfano di madre, uccisa nella cucina di casa da un colpo di pistola, in circostanze al tempo non chiarite, mentre il piccolo Mark (questo il vero nome dell’attore) giocava  a pochi metri dal set dell’orrore, nel giardino della villetta familiare di Waterbury, nel Connecticut. Un fatto che ha segnato indelebilmente la vita dell’attore e che lo ha spinto a cercare di riaprire quello che in gergo viene definito ‘cold case’.
E finalmente la polizia di Waterbury,  questo riferisce l’Associated Press, che cita come fonte il quotidiano  "Republican-American" ha riaperto e risolto il caso della morte di Diane McDermott, morte inizialmente archiviata come ‘incidente’.
Accusato oggi dell’omicidio è l’ex convivente della donna,  John Sponza, un piccolo

La7, palinsesto nuova stagione tv: Santoro, Corrado Guzzanti e le sorelle Parodi



La7, tra Santoro e Corrado Guzzanti aspettando Saviano
Michele Santoro ha carta bianca ma "paga lui le querele". Cristina e Benedetta Parodi si daranno il cambio nel pomeriggio. Maurizio Crozza torna in autunno, mentre per un possibile nuovo programma di Roberto Saviano occorrerà aspettare il 2013

Il colpo di mercato è Michele Santoro (con carta bianca ma querele a carico), ma la campagna acquisti per il prossimo autunno televisivo de La7 non si è fermata a lui. Alla presentazione dei palinsesti arrivano novità e conferme.
Il caso Santoro. “Michele santoro avrà carta bianca sui contenuti editoriali di Servizio Pubblico, ma sarà lui a pagare i danni per eventuali querele presentate nei confronti del programma”. Lo ha precisato Giovanni Stella, ex Ad e attuale consigliere di TiMedia, precisando che lo stipendio di Santoro è legato ai risultati: “Lo pago – ha sottolineato – in funzione degli ascolti che raggiungo, ho stabilito una scaletta che mi consente di rendere il programma redditizio”. A sbloccare la trattativa tra editore ed autore, ha detto stella, è stata soprattutto “l’esperienza fatta da santoro nel 2011 su sky e su altri network soprattutto in termini di autonomia autoriale”. In particolare, ha rivelato il manager, “l’anno scorso lui desiderava avere piena libertà autoriale senza darci sufficienti garanzie per eventuali danni che questa libertà avrebbe potuto provocare. Quest’anno, invece, mi ha dato questa garanzia”. Il che, ha precisato Stella, significa che in caso di azioni giudiziarie civili avanzate nei confronti del programma con pretese risarcitoria, “paga lui”.
Guzzanti e le sorelle Parodi. Altro peso massimo è Corrado Guzzanti,

Mediaset, palinsesto d’autunno: quello che non ha


da: La Stampa

Mediaset: quello che non ha
di Alessandra Comazzi

E dunque nella prossima stagione non ci sarà «Zelig», non ci sarà il Grande Fratello, non ci sarà  «Buona domenica», non ci sarà il paventato «Amici Kids», la versione per l'infanzia del popolare programma di Maria De Fiippi. E queste, in fondo, sono buone notizie. Il rinnovamento può passare anche dalla pausa di ripensamento. La crisi è nota, ci sono poche risorse, tanto vale dedicarle a testare programmi che magari funzioneranno in un futuro migliore. Quelle di Mediaset sono reti commerciali per le quali non si paga il canone. Percepite come gratuite, tuttavia non lo sono, essendo noi spettatori clienti cui vendere i prodotti pubblicizzati. Ma poiché la pubblicità diminuisce anche lì come in ogni azienda editoriale, appare importante il segnale lanciato agli inserzionisti: non si può andare avanti in eterno con le stesse cose, altrimenti loro si stancano di investire. Non avendo Mediaset in questo momento i soldi per far meglio, si astiene. D’altronde, c’è il colpo di Celentano, fresco reduce dai guai con Sky. Usato sicuro, come dimostra il successo commerciale dell’operazione. Con Scotti-Marcuzzi che proseguono la loro vita da mediani. «Extreme Make Over Home Edition», un grande classico del reality lungo un’ora e senza conduttore, mentre l’Italia ce lo mette e lo fa durare tre, sembra fuori tempo, ma si vedrà. Un altro programma non c’è nei palinsesti: il «prime time» di Chiambretti. E anche questo è un bel ripensamento. Lui era sprecato nella notte troppo fonda, ma non lo favorivano nemmeno le caratteristiche spazio-temporali della prima serata all’italiana. Color nostalgia il ritorno di «Dallas». Mancava dagli Anni Ottanta, eravamo tutti bambini. 

Amnesty International, Libia: abusi delle milizie


da: Lettera 43

Libia, abusi delle milizie

La Libia del dopo-Gheddafi è ancora molto lontana da diventare una vera democrazia.
Nonostante le elezioni per l'Assemblea Costituente previste per il 7 luglio, nel Paese rischiano di ripetersi le stesse violazioni dei diritti umani che diedero vita alla rivoluzione del 17 febbraio 2011.
L'allarme è stato lanciato da Amnesty International in un rapporto intitolato «Libia, primato della legge o primato delle milizie?».
OMBRA NEGATIVA SULLE ELEZIONI. A poco meno di un anno dalla caduta di Tripoli nelle mani dei thuwar (i combattenti rivoluzionari), le continue violazioni dei diritti umani, tra cui arresti e detenzioni arbitrarie, torture con conseguenze anche mortali, omicidi illegali e sfollamenti forzati di popolazioni eseguiti con impunità, stanno gettando un'ombra negativa sulle prime elezioni nazionali dalla caduta del regime di Muhammar Gheddafi, sostiene il rapporto.
NESSUN RISPETTO PER LA LEGGE. Durante una visita in Libia a maggio e giugno, Amnesty International ha verificato che centinaia di milizie armate continuano ad agire al di sopra della legge, molte delle quali rifiutando di disarmare o di arruolarsi nell'esercito e nelle forze di polizia.
All'indomani delle elezioni, l'organizzazione ha intenzione di chiedere al Congresso generale nazionale e al governo che verrà nominato di riconoscere pubblicamente la gravità della situazione dei diritti umani, condannare in forma inequivocabile gli abusi commessi e dire chiaramente che azioni del genere non saranno più tollerate.

 

«Stretta mortale delle milizie e assenza di legge»


«È assai triste che, dopo così tanti mesi, le autorità non siano

Milano, Pio Albergo Trivulzio: inchiesta della Finanza


da: Corriere della Sera

La Finanza al Pio Albergo Trivulzio
Inchiesta sul patrimonio immobiliare
Contestati i reati di turbativa d'asta, truffa aggravata e abuso d'ufficio, a vario titolo, per vendite sospette di immobili

Sono in corso una serie di perquisizioni da parte della Gdf di Milano, nell'ambito dell'inchiesta milanese sul patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio. Ad alcune persone vengono contestati i reati di turbativa d'asta, truffa aggravata e abuso d'ufficio, a vario titolo, per vendite sospette di immobili.
LE VENDITE - L'inchiesta della Procura di Milano, affidata all'aggiunto Maurizio Romanelli e condotta dal nucleo di polizia tributaria della Gdf milanese, era nata inizialmente dal cosiddetto «scandalo affittopolI» che era emerso diversi mesi fa, quando era venuto alla luce che alcuni appartamenti del patrimonio immobiliare del Pat venivano affittati a noti personaggi a prezzi stracciati. Il lavoro degli inquirenti però si è poi concentrato soprattutto su alcune vendite di immobili da parte del Pat. Da quanto si è saputo, gli investigatori hanno effettuato 7 perquisizioni a carico probabilmente di altrettanti indagati, accusati, a vario titolo, di abuso d'ufficio, turbativa d'asta e truffa aggravata. In particolare, da quanto si è appreso, al centro dell'inchiesta ci sono due delibere di vendita del patrimonio dal Pat, una datata 13 dicembre 2007 e l'altra datata 12 novembre 2008. I sospetti degli inquirenti riguarderebbero la vendita di una decina di immobili in totale e in particolare le modalità delle vendite, tra cui il prezzo e anche i soggetti acquirenti degli immobili.

G8 di Genova, mattanza alla caserma Diaz: la Cassazione conferma le condanne


da: la Repubblica

Diaz, confermate le condanne
i vertici saranno sospesi
Gli agenti dovranno lasciare il servizio, visto che per ciascuno dei 25 imputati il giudice di secondo grado aveva disposto la pena accessoria della interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Il ministro Cancellieri: "Sentenza che va rispettata". Il capo della Polizia Manganelli: "La Polizia accoglie la sentenza della magistratura con il massimo dovuto rispetto"

La Quinta sezione penale della Cassazione ha confermato le condanne d'appello per falso per i vertici della polizia e ha prescritto le lesioni per gli altri agenti coinvolti nei pestaggi alla scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. La decisione è arrivata dopo nove ore di camera di consiglio.

Dopo 11 anni, la Cassazione mette così la parola fine sull'irruzione alla Diaz. Gli agenti condannati sono coinvolti nel pestaggio e negli arresti illegali dei no-global alla scuola nel 2001. Confermata quindi la condanna a 4 anni per Giovanni Luperi e Francesco Gratteri, quella a 5 anni per Vincenzo Canterini, nonchè le pene, pari a 3 anni e 8 mesi, inflitte a Gilberto Caldarozzi, Filippo Ferri, Fabio Ciccimarra, Nando Dominici, Spartaco Mortola, Carlo Di Sarro, Massimo Mazzoni, Renzo Cerchi, Davide Di Novi e Massimiliano Di Bernardini. Prescritti, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti.

"La sentenza della Corte di Cassazione di oggi va rispettata come tutte le decisioni della Magistratura. Il ministero dell'Interno ottempererà a quanto disposto dalla Suprema Corte", ha detto il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri.

Schettino, comandante della Costa Concordia: revocati gli arresti domiciliari


Il gip di Grosseto ha revocato gli arresti domiciliari al comandante della Costa Concordia Francesco Schettino.

Tra non molto, uno come Schettino dove potremmo trovarcelo?
Ma…al Parlamento!
Ha le caratteristiche “giuste” e con la riforma elettorale porcellum ma anche con la nuova maialata che sta “studiando” la maggioranza allargata di Monti, Francesco Schettino ha un futuro nel Parlamento italiano…

Governo Monti, spending review: salvi i mini-ospedali, clausola di salvaguardia per 55mila esodati


da: Sole 24 Ore

Spending review: slitta a luglio 2013 l'aumento di due punti dell'Iva. Salvati i mini-ospedali. Dimezzate le province
di Nicoletta Cottone

Dopo una riunione fiume durata oltre sette ore nel cuore della notte il Consiglio dei ministri ha varato il decreto legge sulla spending review che sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale oggi stesso. «Abbiamo fatto notte - ha sottolineato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà - proprio per andare in Gazzetta oggi stesso». Il risparmio della spending review «sarà di 4,5 miliardi per 2012, di 10,5 miliardi per 2013 e 11 miliardi per 2011», ha detto il premier Mario Monti nel corso della conferenza stampa. L'aumento dell'Iva di due punti slitta a luglio 2013. Sono stati salvati i piccoli ospedali, sono state dimezzate le province.

Nelle prossime settimane un altro decreto
Nelle prossime settimane sarà emanato un ulteriore decreto sulla spending review che riguarderà «le agevolazioni fiscali e la revisione strutturale della spesa e dei contributi pubblici, sulla base delle relazioni fatte da Amato e Giavazzi», ha detto il presidente del Consiglio.

Fondi per le zone terremotate
Nel decreto sulla spending review sono previsti stanziamenti per le zone colpite dal terremoto, ha detto il premier, ricordando che sono già stati stanziati 500 milioni con un precedente decreto legge. Il premier ha anche precisato che con la spending review saranno stanziati un miliardo per il 2013 e un miliardo per il 2014.

giovedì 5 luglio 2012

In merito all’articolo di Corrado Stajano nel Corriere della Sera: siamo alle solite…


Un contributo alla mia formazione culturale e sociale, deriva anche dalla lettura dei libri di Corrado Stajano. Mi spiace dover costatare che la lucidità che lo aveva contraddistinto si è persa.

Nell’articolo pubblicato oggi dal Corriere della Sera (post sotto), scrive cose già espresse da altri, già note. Fin qui, poco male.
Quel che è peggio, è che come tutti quelli che sostengono che non bisogna fare di tutta un’erba un fascio, cadono in contraddizione asserendo – con il medesimo metro di giudizio – che tutto il web è antidemocratico, demagogo e populista.
Certo, soprattutto nell’era dei “cinguettii” di Twitter la maggior parte di chi scrive e replica ha una concezione superficiale e facilona, difetta di analisi e ragionamento, non è avvezza al confronto sugli argomenti ma allo scontro sulle parole. Ma, vorrei capire: non si può pensare, scrivere, dire, che tutta la classe politica è marcia e si possono invece fare generalizzazioni sul web?
Ma ancor peggio che scrivere cose scontate e prevedibili e contraddirsi (tipico difetto della sinistra perdente che non sa come diventare alternativa) c’è la conclusione del moralismo banale (che è cosa diversa dalla nobile morale): “i partiti devono comportarsi con serietà”.
E allora non ci capiamo proprio. Questo è il problema. Non abbiamo una classe politica seria. Non ce la fanno, a essere seri. Non è previsto nel dna della nostra classe politica. Degli ultimi vent’anni. Ma anche di quella precedente (che ha costruito lo sfascio attuale) che Stajano conosce bene, avendola trattata nei suoi libri.
Non sarà che parte degli italiani, soprattutto la fascia adulta (seppure ben più giovane di Stajano), ha sufficiente esperienza e memoria per costatare che da troppi decenni la classe politica è inadeguata a gestire con efficienza ed equità il nostro paese.

Sto generalizzando? Poco male. Sarò al pari

Corrado Stajano: l’antipolitica e la necessaria serietà


da: Corriere della Sera

Partiti malati, sono i padri dell'antipolitica. Non capiscono la società (o fanno finta?)
di Corrado Stajano

Sembra quasi che l'antipolitica sia una novità. Spunta sempre fuori, invece, nei momenti di crisi, di transizione, di difficoltà economica e sociale, quando la politica non rispetta i suoi compiti e i suoi doveri. Sono i partiti ammalati i padri fondatori dell'antipolitica. Chiusi nei loro castelli hanno fatto saltare i ponti levatoi e non capiscono più, o fingono di non capire, il formicaio della società delusa che brulica tutt'intorno.
I sondaggi non sono la Bibbia, ma la classe dirigente politica non si preoccupa per il numero crescente di persone che non vogliono più saperne, fedeli elettori di un tempo non lontano, diventati ora astensionisti in pectore? I dirigenti politici del centrosinistra, i meno toccati dalla diaspora, nelle interviste che purtroppo concedono, si domandano sorpresi: dove nasce e perché questo distacco tra politica e società? Che cosa c'è sotto, un complotto? Gli altri, i berlusconiani e i leghisti, responsabili dello sfascio, frutto del loro quindicennio governante, da basso impero, sperano sempre, come nei film western, nell'arrivo dei nostri, ma consciamente o inconsciamente conoscono le ragioni del tracollo e si agitano come anguille nervose.
Basterebbe la vicenda della legge elettorale. La «strana» maggioranza del governo Monti, nonostante prometta da più di un semestre di cancellarla senza riuscirci mai, fa capire a tutti quanti le ragioni del rifiuto-disincanto-disprezzo dei cittadini con un po' di sale in zucca nei confronti del modo di far politica oggi.
La legge, del 14 dicembre 2005, fu definita «una porcata» dai legislatori del governo Berlusconi che allora la costruirono: la scelta dei parlamentari fatta d'autorità dai partiti e il sovrabbondante premio di maggioranza che cancella

Antiriclaggio, Vaticano: il governo italiano imbavaglia gli ispettori UIF


da: Il Fatto Quotidiano

Ior, il governo vieta agli ispettori antiriciclaggio di testimoniare in Europa
Per ordine del ministero dell'Economia l'Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia non interviene a Strasburgo di fronte all'organismo Moneyval. Per protesta il direttore dell'Uif ritira la delegazione. E il Vaticano va verso un'insperata promozione dalla lista nera a quella grigia
di Marco Lillo

Il governo italiano ha imbavagliato la delegazione della propria Autorità antiriciclaggio in Europa per aiutare il Vaticano. E il capo dell’UIF l’Unità di Informazione Finanziaria della Banca d’Italia), per protesta contro il Governo, ha ordinato il ritiro dei suoi uomini da Strasburgo. Ieri la Santa Sede è stata sottoposta all’esame finale dagli ispettori di Moneyval, l’organismo antiriciclaggio del Consiglio d’Europa riunito in seduta plenaria a Strasburgo. Ma il Governo italiano ha scelto di non parlare alla sessione plenaria in cui si discuteva il caso. Anche grazie a questo assordante silenzio italiano sulle tante inadempienze delle autorità della Santa Sede, il Vaticano è riuscito a ottenere una mezza promozione insperata alla vigilia. La partita vinta dalla Santa Sede con l’aiuto del governo italiano era fondamentale per lo Ior e le istituzioni finanziarie d’Oltretevere. Moneyval è il fratello minore della principale organizzazione internazionale antiriciclaggio, il GAFI, e si occupa di dare le pagelle agli Stati membri del Consiglio d’Europa o agli esterni (come è accaduto prima della Santa Sede con Israele) che chiedono di essere valutati. Lo scopo di chi si assoggetta alle forche caudine di Moneyval è quello di essere inseriti nella lista dei Paesi affidabili per accedere poi alle procedure semplificate delle operazioni bancarie.

Rai: nominati i sette nuovi consiglieri


da: la Repubblica

Fumata bianca per il Cda Rai
Nominati i sette nuovi consiglieri
Situazione sbloccata dopo scontri e polemiche. Via libera ad Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani, Gherardo Colombo, Benedetta Tobagi, e Rodolfo De Laurentis

La Commissione di vigilanza Rai ha eletto i sette membri del consiglio d'amministrazione di sua competenza. I nuovi consiglieri di viale mazzini sono: Antonio Verro, Antonio Pilati, Luisa Todini, Guglielmo Rositani, Gherardo Colombo, Benedetta Tobagi, e Rodolfo De Laurentis. Non c'è l'ha quindi fatta l'outsider Flavia Nardelli Piccoli che ha raccolto quattro voti.

A questi 7 nomi sono poi da aggiungere Anna Maria Tarantola e Marco Pinto, indicati invece dall'azionista di riferimento, il ministero dell'Economia. La nomina di Tarantola dovrà passare prima per il vaglio della stessa Commissione di vigilanza, dove occorrerà una maggioranza del due terzi per l'ok definitivo alla sua nomina. Verro, Rositani, Pilati e Todini sono stati nominati su indicazione Pdl-Lega Nord; De Laurentiis in raprpesentanza dell'Udc; Tobagi e Colombo, su indicazione del Pd dopo una consultazione con diverse associazioni della società civile.

La fumata bianca arriva dopo che la Commissione di vigilanza è stata teatro negli ultimi giorni di duri scontri e feroci polemiche. L'ultimo episodio ieri 1, quando il Pdl ha ottenuto dal presidente del Senato Renato Schifani la sostituzione del senatore Paolo Amato,

Governo Monti, spending review: ministeri e regioni, via 200 mila dipendenti


da: Corriere della Sera

Ministeri e Regioni, via 200 mila dipendenti
Piano per militari e dirigenti. Enti locali decideranno da soli
di Lorenzo Salvia

Potrebbero arrivare a 200 mila i posti tagliati dagli organici della pubblica amministrazione in base al decreto sulla spending review che tra giovedì e venerdì dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri. Potrebbero, perché solo una parte di quei tagli, circa 55 mila, sono certi, mentre il resto è affidato alla scelta di Regioni ed enti locali. Come si arriva a quel numero?
Il decreto dice che per i ministeri e gli enti pubblici sarà applicata la regola già seguita dalla presidenza del Consiglio e dal ministero dell'Economia: taglio della pianta organica, cioè dei posti a disposizione, pari al 20% per i dirigenti e al 10% per gli altri dipendenti. Tra enti pubblici non economici e ministeriali - considerando solo quelli «puri» cioè senza insegnanti, magistrati o medici - il settore conta circa 300 mila lavoratori. E dunque, secondo le stime del governo, questo capitolo dovrebbe portare a una riduzione di 30-35 mila posti. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, dice che i «tagli non saranno lineari ma selettivi e saranno possibili delle compensazioni». Il 10 e il 20%, cioè, dovranno essere il risultato finale dell'operazione, il dimagrimento imposto ai ministeri nel loro complesso. Ma i tagli potranno essere più pesanti in alcuni casi e più leggeri in altri, del 5% alla Giustizia e del 15% all'Interno, ad esempio. Per fissare i singoli obiettivi, da decidere entro ottobre, si terrà conto dei carichi di lavoro, dell'età media (solo il 9% ha meno di 35 anni) e delle assunzioni fatte negli ultimi anni.

Prezzi in aumento: benzina verde a 1,812


da: TMNews

Raffica di aumenti sui prezzi della benzina: la verde a 1,812
Dopo Eni e Shell anche le altre compagnie hanno rivisto i listini per i carburanti su tutto il territorio nazionale

Raffica di aumenti dei prezzi raccomandati sui carburanti. Molte compagnie hanno rivisto i listini e il rialzo ha avuto impatto diretto sui prezzi praticati sul territorio in modalità servito, mentre già si guarda al prossimo fine settimana di sconti sul self che, a questo punto, difficilmente saranno in grado di toccare i record della precedente. Lo sottolinea Quotidiano energia nel consueto monitoraggio mensile.

A fronte di margini lordi che tornano al di sotto della media dei tre anni precedenti dopo una lunga fase di abbondanza (ciò malgrado il piccolo passo indietro delle quotazioni internazionali), tutte le compagnie hanno deciso di seguire la mossa di ieri di Eni e Shell: Q8 e TotalErg salgono di 1,5 cent euro/litro su benzina e diesel, IP e Tamoil addirittura di 2 cent, infine Esso aumenta di 0,5 cent solo il diesel. Prezzi praticati ovunque in aumento per le petrolifere e anche per le no logo.

I prezzi medi nazionali serviti sono oggi a 1,812 euro/litro per la benzina, 1,702 per il diesel e 0,781 per il Gpl. Punte massime in salita per la verde a 1,897 euro/litro e per il diesel a 1,738 e in leggero calo per il Gpl a 0,812. Questo quanto risulta in un campione di stazioni di servizio che rappresenta la situazione nazionale per Check-Up Prezzi QE. Più nel dettaglio, a livello Paese il prezzo medio praticato della benzina (sempre in modalità servito) va dall'1,801 euro/litro di Eni all'1,812 di Tamoil (no-logo su a 1,699). Per il diesel si passa dall'1,692 euro/litro di Eni all'1,702 di Q8 (no-logo in crescita a 1,564). Il Gpl è tra 0,752 euro/litro sempre di Eni e 0,781 di Shell (no-logo a 0,754).

ACTA, tutela proprietà intellettuale: Martin Schultz, "i cittadini europei vogliono esprimersi e decidere"


Questo l’intervento del presidente del Parlamento Europeo in merito alla normativa ACTA che il signor Enzo Mazza, presidente di FIMI, farebbe bene a leggere. Altro che “web populista”. 2,8 milioni di cittadini hanno firmato una petizione. Piaccia o no a Enzo Mazza e a tutte le major che detengono  - per secoli – i diritti d’autore, ma devono fare i conti con le trasformazioni culturali e tecnologiche. Certi processi non si fermano. Se non calpestando i diritti di altri. E, allora, non la si chiami tutela del diritto d’autore ma come mantenere rendite di posizioni senza capacità di gestire gli adeguamenti culturali e i informatici.
A questi, va il mio più cordiale: vaffanculo!


da: La Stampa

Internet e diritto d'autore 
una lezione da non dimenticare
di Martin Schultz*

La bocciatura del Trattato internazionale anti-contraffazione (Acta) da parte del Parlamento europeo è un momento importante per la democrazia europea. Raramente il dibattito su un trattato internazionale è stato così intenso e ha coinvolto così tante persone in tutta Europa e non solo.

Il trattato Acta, che mira a combattere la contraffazione e tutelare la proprietà intellettuale a livello internazionale, è stato negoziato da un gruppo di paesi industrializzati con un metodo che, per la sua mancanza di trasparenza, ha suscitato preoccupazioni e contrarietà nella società civile.

ACTA, normativa proprietà intellettuale: bocciata dal Parlamento Europeo


Il presidente di FIMI rileva un paradosso tra la bocciatura da parte del Parlamento d’Europa della normativa ACTA e le norme applicate dal 2006 in Italia a tutela dei diritti della proprietà intellettuale. Nel rimandarlo alla lettura del libro ‘Abolire la proprietà intellettuale’, scritto da due economisti americani non certo da quel web che il suddetto presidente definisce populista, se i paradossi lo disturbano non resta che rimuoverli: adeguando coerentemente la normativa italiana per effetto della bocciatura appena deliberata.


da: http://punto-informatico.it/ 

UE, ACTA la vista 
Il Parlamento d'Europa ha bocciato il trattato anti-contraffazione, che non verrà trasformato in legge per i 27 paesi membri. Grande soddisfazione da parte degli attivisti. All'orizzonte una riforma del copyright? Non è finita qui
di Mauro Vecchio 

478 voti contrari, 39 a favore, 165 astenuti. Il Parlamento d'Europa ha così bocciato il famigerato Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il trattato che avrebbe esteso a livello globale la tutela della proprietà intellettuale e industriale. È di fatto la prima volta che i parlamentari del Vecchio Continente sfruttano i poteri garantiti dal Trattato di Lisbona per allontanare un accordo a livello internazionale. 

ACTA non verrà trasformato in legge per i 27 paesi membri dell'Unione Europea. Una bocciatura sonora, dopo i quattro pareri negativi espressi dalle commissioni

Solerti "cagnolini" di Silvio: nomine Rai, Schifani elimina il dissidente Pdl (Amato)


da: Il Fatto Quotidiano 

Nomine Rai, scontro tra Fini e Schifani: "Fatto inaudito, ora chiarisca"
Il presidente del Senato, ex senatore e capogruppo a Palazzo Madama di Forza Italia fino al 2006, entra a gamba tesa nella commissione per il rinnovo del cda del servizio pubblico per favorire i candidati voluti dal partito di Berlusconi

Il senatore “dissidente” del Pdl vota controcorrente in Vigilanza rispetto alle indicazioni del partito. Nel pomeriggio Schifani decide di sostituirlo da un altro parlamentare e scoppia la polemica col presidente della Camera che giudica il fatto “di inaudita gravità politica”. Il presidente del Senato, ex capogruppo di Forza Italia a Palazzo a Madama fino al 2006, entra a gamba tesa nella commissione per il rinnovo del cda del servizio pubblico per favorire i candidati voluti dal partito di Berlusconi e, nel giorno del voto per i nuovi consiglieri di viale Mazzini, decide di fare entrare Pasquale Viespoli di Coesione nazionale al posto di Paolo Amato. Una decisione giustificata dalla volontà di tutelare la nomina dei candidati scegli dal partito di centrodestra e in particolare Antonio Pilati, berlusconiamo doc e ideatore della legge Gasparri, sul quale è stato avviato lo scontro interno tra i banchi del Pdl. L’obiettivo è di controllare il servizio pubblico e in particolare l’informazione, in una congiuntura economica di crisi per Mediaset con utili in forte calo e il tracollo della raccolta pubblicitaria. 
I fatti risalgono a questa mattina (ieri per chi legge, nda), quando il senatore Paolo Amato, membro della Commissione di vigilanza, aveva espresso la preferenza per la candidata Flavia Nardelli, proposta solo da Fli e Idv. Una scelta che si traduce nella sua sostituzione dalla Vigilanza quando nel pomeriggio Renato Schifani decide di far prendere il suo posto a Pasquale.

Mozione di sfiducia per il ministro Fornero: la Camera respinge


Ieri, è stata votata dai deputati la mozione di sfiducia presentata da Idv e Lega Nord dopo gli ultimi scontri Fornero-Inps sul numero degli esodati. I voti a favore della sfiducia sono stati 88, 435 i contrari, 18 gli astenuti.

mercoledì 4 luglio 2012

Michele Santoro con ‘Servizio Pubblico’ nella prossima stagione di La7


Lo ha annunciato Enrico Mentana nel corso dell’edizione del tg: Michele Santoro ha firmato. Dalla prossima stagione ‘Servizio Pubblico’ andrà in onda su La7.

Prezzi benzina ridotti, offerte e saldi per altri prodotti: solita presa per i fondelli….


La prima volta che ho beneficiato di un prezzo sensibilmente ridotto della benzina è stato per puro caso.
Dovevo fare rifornimento. Ho visto un’insolita coda e ancor più un insolito prezzo. Ho scoperto poi, mentre passava uno spot pubblicitario in tv che Eni aveva scelto di ridurre il prezzo della benzina nei weekend.
Bella notizia? Sì. Se la promozione durasse un fine settimana. Vale a dire: se fosse un’offerta speciale. Ma se questa si applica a ogni weekend, mi viene da pensare che….ci prendono per il sedere (del resto…è lo sport più praticato da politici, aziende di prodotti e servizi, commercianti al dettaglio). Perché non è concepibile pagare la benzina self service a 1,580 il sabato e la domenica e vedersela schizzare oltre 1,7 e arrivare in alcuni distributori a quasi 1,8 nei giorni feriali.
Il materiale è sempre quello. Una simile differenza di prezzo non ha senso. Non è una promozione. E’ la consueta dimostrazione che gli italiani si dividono in due categorie: chi prende per il culo, chi è preso per il culo.
C’è però da ammettere che le due categorie, spesso, si fondono in una.

Sarebbe onesto e ragionevole portare il prezzo della benzina a livello europeo e praticare offerte speciali o ulteriori riduzioni in certi periodi. Ma pare che questa crisi economica non stia insegnando nulla. Né alle aziende, né ai commercianti.
Che hanno pure il coraggio di lamentarsi della riduzione dei consumi. La fortuna di Eni è che siamo in periodo estivo e che, prima o poi, chi più chi meno, ai distributori dobbiamo arrivare…
Diversamente, per altri generi di prodotti, ho deciso che non comprerò. Non ho mai avuto la smania dei saldi ma ritengo che ogni cosa abbia un suo prezzo. La maggior parte dei negozi di abbigliamento o altri generi voluttuari spara prezzi sproporzionati per poi procedere a riduzioni, offerte in attesa di arrivare al periodo di saldi nel quale…i prodotti hanno un prezzo più appropriato.
Non sarebbe ora di finirla di prendere per il culo e, da subito, mettere in vendita a prezzi proporzionati e ragionevoli? Non potrebbe essere che una parte degli italiani sarebbero così invogliati (compatibilmente con le risorse economiche) a comprare? 

Elio Rossi: I professionisti del potere /3


Quando l’arbitro gioca per una squadra

Per poter essere efficaci, le autorità indipendenti dovrebbero dotarsi di regolamenti che ne disciplinano il funzionamento e garantirsi così un’autonomia d’azione. In un sistema virtuoso, le autorità hanno facoltà di infliggere multe commisurate alla gravità dei comportamenti che sanzionano per impedire che gli imprenditori trovino più conveniente pagare le penali e continuare ad abusare della loro posizione dominante; ai professionisti del potere è impedito di condizionare l’operato delle autorità garanti e di influenzare la nomina dei loro vertici. Queste ultime dispongono di risorse economiche e personali adeguate ai compiti loro affidati; hanno un potere investigativo che le autorizza a effettuare perquisizioni senza preavviso negli uffici delle società su cui indagano e hanno accesso a tutti i dati riservati in possesso delle imprese; informano periodicamente il Parlamento sullo stato della competizione nel mercato; propongono leggi e riforme per aumentare il grado di concorrenza tra le imprese in ogni settore. Le imprese intenzionate a realizzare acquisizioni, fusioni o alleanze, al canto loro, devono ottenere l’autorizzazione preventiva dal regolatore indipendente. Quelle quotate in Borsa hanno l’obbligo di rendere pubbliche le informazioni che possono influenzare il prezzo delle loro azioni, e anche in questo caso l’autorità garante ha il potere di condurre indagini approfondite ogni qualvolta ritenga di dover fare luce su movimenti anomali dei corsi di Borsa.
Questa è la descrizione sommaria dei compiti e degli strumenti di cui dovrebbero disporre i regolatori per difendere i consumatori, sufficiente per rendere evidente quanto sia lontano dal sistema controllato dai professionisti del potere.
In questi anni, infatti, ho visto la Banca d’Italia, sotto la guida di Antonio Fazio, scendere in campo per bloccare o favorire scalate bancarie, suggerire operazioni di fusione e opporsi ad altre, senza che siano state fornite motivazioni pubbliche alle inappellabili decisioni assunte sul destino di aziende quotate in Borsa. Ho cioè visto l’arbitro prendere parte all’incontro indossando la maglia di una delle due squadre e giocare contro l’avversaria. Basti citare alcuni casi significativi: il mancato intervento della Consob in merito all’andamento di titoli quotati in Borsa che hanno subito impennate e precipitosi scivoloni, ad opera di pochi insider, la remissività dell’Autorità garante per le Comunicazioni di fronte a ordini impartiti dal presidente del Consiglio; le dichiarazioni del ministro dello Sviluppo economico secondo cui l’Autorità per l’energia non deve creare problemi alle imprese energetiche.

Film, ‘Anna Karenina’: intervista a Jude Law (Aleksej Aleksandrovic, il marito)


da: la Repubblica

"Il mio Aleksej Aleksandrovic vi stupirà è un marito profondo e appassionato"
Jude Law, 40 anni a dicembre, protagonista in "Anna Karenina" con Keira Knightley. "E' un personaggio che è stato raffigurato sempre in modo negativo, ma invece ha molti lati nobili". "Il mio mito? Paul Newman, la persona più calda e divertente che abbia mai incontrato"
di Arianna Finos

L'incontro con Jude Law sulla terrazza assolata di un loft a Montparnasse è preceduto da una estenuante trattativa con la sua agente. Vietati accenni allo scandalo intercettazioni con i giornali di Murdoch - ci sono diversi procedimenti legali in corso - e i riferimenti alla vita privata dell'attore, titolare di una delle esistenze sentimentali più complicate e paparazzate del Regno Unito (rocambolesco matrimonio e divorzio dalla collega Sadie Frost, tre figli in co-affidamento, un fidanzamento con Sienna Miller rotto per il tradimento con la baby-sitter, una riconciliazione fallita e una quarta figlia nata dal breve rapporto con una modella americana).

La gogna mediatica, ha confessato l'attore, gli ha tolto "molto dell'idealismo e dell'ottimismo di gioventù". Ma dopo il burrascoso decennio che si va chiudendo, Law, quarant'anni a dicembre, vede davanti a sé "un'era di quiete e crescita professionale".

Mediaset: investimenti per 2 miliardi


da: Reuters

Mediaset, raccolta pubblicità stabile, investimenti per 2 mld

Mediaset investirà due miliardi di euro in "puri contenuti", malgrado la raccolta pubblicitaria "stabile" anche a livello semestrale, in base a un trend che ha visto chiudere il primo trimestre del 2012 in calo del 10,2%.
Presentando ieri sera i palinsesti autunnali della tre reti in chiaro del Biscione - che vedono confermate le fiction, i programmi di Maria De Filippi e prevedono nuovi programmi di intrattenimento in prima serata - Berlusconi jr ha ribadito più di una volta che la situazione sul mercato "è brutta", "drammatica", "complicata" e che "è impossibile fare previsioni sull'andamento dei ricavi per i prossimi mesi", dopo che il gruppo ha chiuso il primo trimestre con un crollo dell'utile netto dell'85%.
"Su giugno gli Europei di calcio non hanno pesato in maniera positiva", ha sottolineato ancora il vicepresidente parlando della raccolta pubblicitaria, ricordando che "sul mercato non ci sono soldi" e che gli inserzionisti non vogliono investire "perché tanto non compra nessuno".
"Quello che ho visto succedere sul mercato tra novembre e gennaio non me lo sarei mai aspettato, la situazione è complicata", ha continuato.
Anche per quanto riguarda la pay tv, il mercato è "in contrazione", ma Mediaset Premium anche se "non sta guadagnando abbonati sta guadagnando quote di mercato", oltre ad aver ricevuto "segnali di interesse da più di una grande azienda straniera".
"Ma non c'è niente di aperto, nessuna trattativa in corso", ha sottolinenato ancora

Mediaset: campagna d’autunno….



Tv, Mediaset riparte da Adriano Celentano
Incognita Domenica 5
Il Molleggiato in onda 8 e 9 ottobre
Sfida alla crisi della tv generalista con investimenti da 2 miliardi di euro. Si punta su quattro nuovi show e sul calcio. Ancora giallo sul prossimo conduttore di 'Zelig'
di Piero Degli Antoni

La tv generalista cammina sull’orlo dell’abisso. Il passato le si sfarina sotto i piedi e il futuro non è ancora abbastanza solido per appoggiarci i piedi. Gli spettatori consolidati diventano sempre più vecchi e i giovani si allontanano dal piccolo schermo. Per salvarsi, Mediaset cerca di occupare tutti gli spazi: tv generalista, tv tematiche sul digitale, pay per view e anche Internet. Sperando così che, se uno spettatore le scappa da una parte, di poterlo riprendere dall’altra.
Ieri sera a Cologno Piersilvio Berlusconi ha presentato ai giornalisti la campagna d’autunno di Mediaset. La situazione del mercato è "drammatica", così ha detto, ma l’azienda ha deciso di sfidare i tempi investendo tutto il possibile: 2 miliardi di euro, di cui 1,5 in Italia. Uno sforzo colossale il cui scopo è di attirare l’interesse di chi fa pubblicità. "Oggi ci dicono: se anche avessimo i soldi non faremmo spot perché tanto nessuno compra niente".
Dunque ad autunno Mediaset è intenzionata ad aprire il fuoco con i cannoni. Qualche accenno. La prima grande novità assoluta saranno le due serate Celentano in onda l’8 e 9 ottobre su Canale 5.

Canale 5, Zelig: Bisio lascia, si cerca il sostituto


da: Lettera 43

Zelig, caccia al nuovo Bisio
Si cerca un sostituto. Tra i papabili Brignano.
di Simone Morano

Orecchie tese e bocche cucite. È questo l'atteggiamento degli autori Gino e Michele di fronte a chi cerca di carpire qualche informazione sul nome del prossimo conduttore di Zelig.
Già, perché il toto-presentatore relativo al varietà comico di Canale 5 è diventato il tormentone dell’estate catodica: dopo labbandono di Claudio Bisio e Paola Cortellesi, si rincorrono nomi, ipotesi e proposte.
CALO DI ASCOLTI. Il compito è meno facile di quel che si possa pensare: sia perché Bisio era l’anima di Zelig da 15 anni (estro, capacità di improvvisare e sorprendere il pubblico, talento umoristico allo stato puro), sia perché la trasmissione nell’ultima stagione ha dovuto subire un pericoloso calo di ascolti, venendo addirittura sconfitta in prima serata da Tale e quale show, un banale 'Re per una notte' in salsa vip condotto da Carlo Conti su RaiUno.
DE LUIGI DICE NO. La ricerca, insomma, deve essere ponderata con la massima attenzione. In realtà, il papabile numero uno era Fabio De Luigi, scuola Gialappa’s (ma anche presentatore delFestivalbar e di Apocalypse Show, l’ultimo programma di Gianfranco Funari su RaiUno), che però ha ufficialmente annunciato che non sarà lui a condurre Zelig: “colpa” degli impegni cinematografici già presi, per lui che è una delle stelle della commedia italiana contemporanea e che invece per la trasmissione avrebbe avuto bisogno di più tempo.
«Zelig è un progetto che richiede impegno», ha spiegato, «se accettassi vorrei seguire l’intero programma, conoscere i comici, prepararlo al meglio. Spero mi ricapiti l’occasione in futuro».

Rai: troppi micro canali in assenza di pay-tv



Rai, troppi micro canali se fa voto di castità-pay
La pubblicità ristagna, l'incasso del canone anche. Ecco cosa fare per rilanciare la tv pubblica
di Enrico Menduni, Professore di Media e Comunicazione all’Università Roma Tre

Ai banchieri, ai magistrati e alle altre importanti persone che guideranno la Rai qualche modesto consiglio da persona - come dicono i giudici -“informata sui fatti”. Punto primo, i soldi. La pubblicità ristagna, il canone è quello che è. La Rai non fa pay-per-view, che è l’unica fonte che genera, al netto della crisi, un gettito in aumento (per informazioni rivolgersi a Sky). Unica soluzione per avere il canone: riuscire ad ancorarlo alle bollette elettriche. Un presidente banchiere appena arrivato può ottenerlo. Altrimenti, nessuna campagna anti-evasione darà - con questi chiari di luna - risultati concreti. Un po’ di pay-per-view molto culturale e di livello va fatta, dicendolo esplicitamente nel contratto di servizio.
Punto secondo, il grasso. Troppi canali con budget infimi. Se si fa la televisione a pagamento, qualche canale gratuito aiuta a vendere quelli pay. Ma se uno fa voto di castità pay, come la Rai attuale, che se ne fa di tutti questi canali con budget ridicoli? Ridurre, sfrondare, ricondurre ad una identità forte di marchio. E poi, perché tutti questi telegiornali l’un contro l’altro armati? Potenziare l’all news, che è progredito molto, e poi fare una sola testata televisiva, come fu fatto per la radio. Le sedi regionali possono essere redazioni locali della testata, un appartamento di otto stanze, non palazzi faraonici.
Punto terzo, make or buy? Alcuni programmi sono fatti in casa, molti comprati, alcuni con formule spurie.